lunedì 8 febbraio 2010

Continua la farsa Ciancimino sulla mafia

QUAGLIARIELLO: La farsa Ciancimino continua

"La farsa Ciancimino continua". Lo ha affermato in una nota Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo vicario PdL al Senato, che ha osservato:
"Evidentemente il figlio di don Vito, al pari di Gaspare Spatuzza, deve avere davvero una scarsa considerazione per le capacita’ strategiche della Cosa nostra dei primi anni Novanta, o in alternativa una grande fiducia nella doti divinatorie della mafia. Resta altrimenti difficile comprendere in base a quali convenienze all’indomani delle stragi, mentre i partiti anticomunisti della Prima Repubblica crollavano sotto i colpi di Tangentopoli, mentre la ’gioiosa macchina da guerra’ dell’ex Pci si apprestava a prendere incontrastata il potere in Italia, mentre Leoluca Orlando Cascio trionfava a Palermo e addirittura a Catania andava in scena il ballottaggio interno fra Enzo Bianco e Claudio Fava, mentre la sinistra tentava con successo di impedire a Giovanni Falcone di diventare procuratore nazionale antimafia, mentre l’imprenditore Berlusconi chiedeva a Segni e Martinazzoli di guidare il fronte moderato per arginare la marea comunista, quella stessa che pochi anni prima si era opposta al prolungamento della carcerazione preventiva per i boss prevista dal decreto Andreotti-Vassalli, alla vigilia di una lunga stagione di scarcerazioni di migliaia di mafiosi grazie ai programmi di protezione dei pentiti, Cosa nostra si sarebbe avventurata in una non meglio precisata trattativa con un partito che allora non esisteva e con uomo che allora non era altri, per dirla con Spatuzza, che ’quello di Canale 5’.
E se l’evidenza dei fatti non basta - prosegue - il signor Ciancimino dovrebbe iniziare a chiedersi per quale motivo in quegli stessi anni suo padre, alla ricerca di un interlocutore, avrebbe tentato senza riuscirci di incontrare un esponente dell’ex Pci e non un politico del fronte opposto o un manager di Publitalia. La lotta alla mafia e un corretto uso dei pentiti sono questioni troppo serie per consentire che in nome di esse, anzi, contro di esse, simili ciarlatani continuino a essere accreditati al solo fine di riscrivere la storia d’Italia in funzione dell’interesse di una parte politica".

ALFANO: C'è un tentativo di delegittimare il Governo che contrasta la mafia
"Non vorrei vi fosse un tentativo di delegittimare l’azione di un Governo che contrasta la mafia".
Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in merito alle dichiarazioni di Massimo Ciancimino. "Non sempre la mafia sceglie l’assassinio fisico, talvolta sceglie la via della delegittimazione e il Governo Berlusconi ha fatto con le sue leggi esattamente il contrario di cio’ che prevede il ’papello’. La mafia non teme dibattiti e convegni, teme la confisca dei beni e il carcere duro. Noi abbiamo fatto la normativa di contrasto alla mafia piu’ dura dai tempi di Falcone e Borsellino".

GHEDINI: Le dichiarazioni di Ciancimino sono prive di ogni dignità logica

"Le dichiarazioni di Massimo Ciancimino non sono soltanto destituite di ogni fondamento, ma sono anche totalmente inverosimili e prive di ogni dignita’ logica. Spiace che qualcuno possa dare anche un minimo credito a prospettazioni che la storia di Forza Italia e del Presidente Berlusconi hanno dimostrato concretamente e con atti di governo essere completamente inesistenti".
Lo ha affermato, in una nota, il parlamentare del Pdl, Niccolo’ Ghedini. "Sembra che si voglia delegittimare proprio il governo Berlusconi che sta conducendo la piu’ severa e forte offensiva del dopo guerra contro la mafia Ciancimino dovra’ rispondere di fronte all’autorita’ giudiziaria anche di tali diffamatorie dichiarazioni".

CICCHITTO: Le dichiarazioni di Ciancimino sono una follia pura
"Mancano solo i falsi pentiti che, per acquisire meriti, cercano anche di fare i politologi con risultati grotteschi".
Così si è espresso Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, commentando le ultime rivelazioni di Ciancimino. "Secondo Ciancimino Forza Italia nascerebbe addirittura nel 1992 e verrebbe di fatto fondata su ispirazione di Provenzano. Siamo alla follia pura. E’ evidente, però, che Ciancimino figlio, dovendo salvare l’intero o una parte del patrimonio del padre imboscato all’estero, è disposto a tutto. Adesso ci aspettiamo un libro scritto a quattro mani da Genchi e Ciancimino, i quali magari fanno risalire la strage di Piazza Fontana ad un club fondato da Dell’Utri".


BONDI: Alla viglilia di ogni elezione assistiamo immancabilmente ad una nuova ondata di fango
"Immancabilmente alla viglilia di ogni elezione assistiamo ad una nuova ondata di fango, calunnie e teoremi tanto fantasiosi quanto falsi. Ancora una volta la giustizia e’ piegata a torbidi progetti politici che impediscono ad un Paese di pensare al suo futuro".
Lo ha dichiarato il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, commentando le ultime affermazioni di Massimo Ciancimino

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