lunedì 1 febbraio 2010

Il contrasto ai clandestini frena la criminalità

Berlusconi: Meno clandestini, meno criminalità
“I risultati sui nostri contrasti all’immigrazione clandestina sono molto positivi” e ciò è  fondamentale poichè "una riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali”. Con queste parole di Silvio Berlusconi  pronunciate nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri tenutosi a Reggio Calabria, è iniziata una nuova ondata polemica sulla stampa nazionale, da parte di esponenti del mondo politico di opposizione  e della CEI.
A giudizio del premier “Stiamo facendo un’azione molto forte nei confronti dell’Europa che deve farsi carico del costo che la Libia ed altri Paesi sopportano per fare il lavoro di vigilanza contro i clandestini che vengono dall’Africa”.
Berlusconi è dunque intenzionato a sollecitare l'UE per ottenere maggiori fondi ai fini  di una più efficace politica di contrasto per l'immigrazione clandestina. “Tutto questo - ha chiarito il premier - ha dei costi che devono essere supportati da tutta la Ue. Si stanno nominando i nuovi commissari e da febbraio mi occuperò di questo problema mirando ad ottenere che l’Europa si incarichi di rimborsare i costi ai Paesi rivieraschi”.
In sostanza Berlusconi ha ribadito un concetto chiaro:  “La lotta alla criminalità si fa anche con il contrasto all'immigrazione clandestina, perché chi viene qui e non ha un lavoro finisce tra le fila delle organizzazioni criminali”.

Gli stranieri  per i Vescovi "Delinquono come gli italiani»
Il segretario Cei: «Le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche»
Per il segretario generale della  CEI, mons.Mariano Crociata «Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità di italiani e stranieri sono analoghe, se non identiche». La risposta indiretta del prelato a Berlusconi  è  stata netta, anche se si è preferito mantenere una voluta confusione sul concetto di straniero e sfumando quello di clandestino.Mons.Crociata al termine del Consiglio episcopale permanente,ha invitato al rispetto della «dignità di ogni persona umana, che - ha sottolineato - non può essere oggetto di pregiudizio o discriminazione».

LEGA: La Cei sbaglia, gli stranieri delinquono più degli italiani
“La Cei sbaglia, gli immigrati delinquono più degli italiani”. Lo sostiene il segretario provinciale e deputato della Lega Nord, Marco Rondini, in relazione alle affermazioni di oggi del segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata,secondo il quale: “Le nostre statistiche dimostrano che le percentuali di criminalità fra italiani e stranieri sono uguali se non identiche”. “Non so a quali dati faccia riferimento Crociata – osserva il parlamentare del Carroccio – dal momento che i numeri del ministero della Giustizia, testimoniano una realtà i cui contorni sono piuttosto chiari. Anche recentemente il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha avuto modo di sottolineare che la massiccia presenza di immigrati nelle nostre carceri ha ormai superato il 40 per cento. Se pensiamo che gli stranieri in Italia rappresentano poco più del 6 per cento della popolazione, il conto è presto fatto e smentisce in maniera abbastanza netta quanto sostenuto dall'organizzazione dei vescovi”. “Bisogna poi tenere conto di un altro dato – prosegue Rondini – quello territoriale. Secondo fonti della Polizia penitenziaria, risulta che negliistituti penitenziari del Nord la percentuale di presenza di detenuti stranieri è ben superiore al 60/70% con punte che sfondano il muro dell'85%, come a Milano dove i non italiani rappresentano ormai la quasi totalità dei “nuovi ingressi”. “Bisogna guardare in faccia alla realtà – conclude Rondini – e proseguire con le politiche di contrasto all'immigrazione clandestina avviate dal governo. Sarà anche politicamente scorretto, ma l'equazione meno immigrazione uguale meno criminalità, è
esatta”.

Fini: la patria a misura dei nuovi cittadini


Più ermetico, enigmatico ed ecumenico dei vescovi italiani è il commento in materia di Gianfranco Fini, per il quale il concetto di patria si estende e si espande agli immigrati, a misura dei nuovi italiani. E’ la base ha precisato il Presidente della Camera per edificare il principio di nazione “come idea democratica, un’idea aperta ad includere e ad accogliere i nuovi cittadini che vengono da paesi lontani , ridefinendo se stessa dei propri obiettivi, attorno al valore unificante della libertà”

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