lunedì 31 maggio 2010

INTERCETTAZIONI: Ecco le novità nel disegno di legge

Il disegno di legge sulle intercettazioni approda finalmente in aula al Senato dopo mille polemiche spesso pretestuose, con l’opposizione pronta a fare le barricate per ritardare il più possibile una normativa che non si discosta molto da quella contenuta nel ddl Mastella che tre anni fa fu votato in modo bipartisan alla Camera, soprattutto dopo le undici nuove proposte di modifica presentate sabato dalla maggioranza.

Anche se in queste ore lo scontro si è concentrato in particolare sull’undicesimo emendamento presentato dal Pdl, quello che vuole introdurre la possibilità di applicare la nuova legge anche a tutti i procedimenti pendenti.

Il centrosinistra pretenderebbe di far tornare il provvedimento in Commissione, mentre la maggioranza vuol approvare la legge entro questa settimana. Cosa più che lecita, visto che le proposte di modifica inoltrate dal Pdl, con il consenso della Lega, non sono così innovativi da richiedere un nuovo passaggio di approfondimento in commissione Giustizia. E poi, come hanno fatto notare gli uffici della presidenza del Senato, molti degli ultimi emendamenti sono su molti punti migliorativi e hanno accolto le richieste dell’opposizione.
Nella maggioranza c’è piena concordanza di vedute, e la Lega ha fatto sapere ieri di condividere tutti gli emendamenti presentati a prima firma Gasparri, che rappresentano una soluzione equilibrata tra il diritto di cronaca e quello alla riservatezza dei cittadini. Ma il gruppo del Pd al Senato ne ha presentati circa 160, che si vanno ad aggiungere ai 110 dell’Idv e ai 10 di Alleanza per l’Italia. La battaglia si annuncia quindi durissima.

I divieti - Alcuni emendamenti riguardano il lavoro dei giornalisti: viene autorizzata - come nel ddl Mastella - la pubblicazione "per riassunto" degli atti delle indagini. È invece vietata la pubblicazione anche parziale, per riassunto o nel contenuto delle intercettazioni, anche se non più coperte dal segreto fino alla conclusione delle indagini preliminari. Vietata la divulgazione, anche in questo caso parziale, per riassunto o nel contenuto, delle ordinanze emesse in materia di misure cautelari. Stesso divieto vale anche per le richieste di tali misure. Si potrà pubblicare il contenuto solo dopo che l’indagato o il suo difensore siano venuti a conoscenza dell’ordinanza del giudice. È sempre vietata la diffusione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o che riguardino fatti, circostanze e persone estranee alle indagini. Un altro emendamento prevede che non ci sia alcun limite alle intercettazioni se le indagini servono alla cattura di un latitante. La disciplina prevista dal ddl si applica "anche ai procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della presente legge".

Sanzioni - La maggioranza ha deciso di ridurre le sanzioni agli editori. L’emendamento, primo firmatario Gasparri, prevede di sostituire le parole "da 250 a 300 quote" con "da 100 a 200 quote". Dunque, le sanzioni per gli editori che pubblicheranno gli atti giudiziari prima dell’udienza preliminare andranno da 25.800 a 309.800 euro. Ogni quota può oscillare dai 258 ai 1.500 euro.

Infine, anche i pubblicisti, oltre agli 007 e ai giornalisti professionisti, potranno effettuare registrazioni di comunicazioni e riprese ai fini dell’attività di cronaca. Uno degli emendamenti stabilisce infatti la non punibilità "quando le riprese e le registrazioni sono effettuate ai fini dell’attività di cronaca da giornalisti iscritti all’ordine professionale" e non più, come era nel testo approvato dalla commissione "giornalisti iscritti all’albo professionale".

Ultima annotazione: dopo Alfano, anche il ministro dell’Interno Maroni ha affermato ieri che "la nuova normativa sulle intercettazioni non pregiudica in alcun modo le attività investigative nei confronti della criminalità organizzata".
31.5.10 - sito PdL

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