mercoledì 12 maggio 2010

Napolitano apre le celebrazioni per l'unità d'Italia

"Le celebrazioni del 150° siano l'occasione per un clima nuovo nel



rapporto tra le diverse realtà del Paese"

"Siano le celebrazioni del 150° del nostro Stato nazionale, l'occasione per determinare un

clima nuovo nel rapporto tra le diverse realtà del paese, nel modo in cui ciascuna guarda

alle altre, con l'obbiettivo supremo di una rinnovata e più salda unità. Unità che è, siamone

certi, la sola garanzia per il nostro comune futuro". Lo ha affermato il Presidente della

Repubblica Giorgio Napolitano a Marsala nel discorso celebrativo del 150° anniversario

dello sbarco del Mille.

"Oggi - ha detto il Presidente Napolitano - siamo qui per rievocare il ruolo della Sicilia nel

compimento del processo di unificazione nazionale. Senza la Sicilia e il Mezzogiorno non

si sarebbe certo potuto considerare compiuto quel processo, non si sarebbe potuto far

nascere uno Stato che rappresentasse pienamente la nazione italiana e che si ponesse, in

pieno Ottocento, tra i maggiori Stati europei".

Il Capo dello Stato ha ricordato che "le celebrazioni del 150° anniversario della

fondazione del nostro Stato nazionale offrono l'occasione per mettere in luce gli apporti

della Sicilia e del Mezzogiorno a una storia comune e ad una comune cultura, che

affondano le loro radici in un passato plurisecolare, ben precedente lo sviluppo del

processo di unificazione statuale della nazione italiana. Di quel patrimonio, culminato

nelle conquiste del 1860-1861, possiamo come meridionali essere fieri: non c'è spazio, a

questo proposito, per pregiudizi e luoghi comuni che purtroppo ancora o nuovamente

circolano, nell'ignoranza di quel che il Mezzogiorno, dando il meglio di sé, ha dato

all'Italia in momenti storici essenziali".

Il Presidente ha poi rilevato che "in un bilancio critico del lungo periodo che ha seguito

l'unificazione d'Italia, non si coltivino nel Mezzogiorno rappresentazioni semplicistiche

delle difficoltà che esso ha incontrato, dei prezzi che ha pagato, per errori e storture delle

politiche dello Stato nazionale nella fase della sua formazione e del suo consolidamento.

Il ripescare le vecchissime tesi (perché vecchissime sono) - come qualche volta si sente

fare - di un Mezzogiorno ricco, economicamente avanzato a metà '800, che con l'Unità

sarebbe stato bloccato e spinto indietro sulla via del progresso, non è degno di un

approccio serio alla riflessione storica pur necessaria. E non vale nemmeno la pena di

commentare tendenze, che per la verità non si ha coraggio di formulare apertamente, a un

nostalgico idoleggiamento del Regno borbonico".

"Si può considerare solo penoso - ha affermato - che da qualunque parte, nel Sud o nel

Nord, si balbettino giudizi liquidatori sul conseguimento dell'Unità, negando il salto di

qualità che l'Italia tutta, unendosi, fece verso l'ingresso a vele spiegate nell'Europa

moderna. Mentre chi si prova a immaginare o prospettare una nuova frammentazione dello

Stato nazionale, attraverso secessioni o separazioni comunque concepite, coltiva un

autentico salto nel buio. Nel buio, intendo dire, di un mondo globalizzato, che richiede

coesione degli Stati nazionali europei entro un'Unione più fortemente integrata e non

qualità che l'Italia tutta, unendosi, fece verso l'ingresso a vele spiegate nell'Europa

moderna. Mentre chi si prova a immaginare o prospettare una nuova frammentazione dello

Stato nazionale, attraverso secessioni o separazioni comunque concepite, coltiva un

autentico salto nel buio. Nel buio, intendo dire, di un mondo globalizzato, che richiede

coesione degli Stati nazionali europei entro un'Unione più fortemente integrata e non

macroregioni allo sbando. Lasciamo scherzare con queste cose qualche spregiudicato

giornale straniero".

"Non è la prima volta che lo dico - ha affermato il Presidente Napolitano - e sento il

bisogno di ripeterlo; le critiche che è legittimo muovere in modo argomentato e costruttivo

agli indirizzi della politica nazionale, per scarsa sensibilità o aderenza ai bisogni della

Sicilia e del Mezzogiorno, non possono essere accompagnate da reticenze e silenzi su quel

che va corretto, anche profondamente, qui nel Mezzogiorno, sia nella gestione dei poteri

regionali e locali e nel funzionamento delle amministrazioni pubbliche, sia negli

atteggiamenti del settore privato, sia nei comportamenti collettivi. E parlo di correzioni

essenziali anche al fine di debellare la piaga mortale della criminalità organizzata che è

diventata una vera e propria palla di piombo al piede della vita civile e dello sviluppo del

Mezzogiorno".

"Nello stesso tempo - ha concluso il suo intervento il Presidente della Repubblica - si deve

chiedere a tutte le forze responsabili che operano nel Nord e lo rappresentano, di riflettere

fino in fondo su un dato cruciale : l'Italia deve nel prossimo avvenire crescere di più e

meglio, ma può riuscirvi solo se crescerà tutta, se crescerà insieme, solo se si metteranno a

frutto le risorse finora sottoimpiegate, le potenzialità, le energie delle regioni meridionali".

Successivamente il Capo dello Stato si è recato a Salemi dove ha inaugurato il restaurato

Palazzo Municipale e visitato i Musei del Risorgimento e della Mafia, e la Mostra del FAI

"Paesaggi d'Italia".

Ultima tappa del viaggio in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia è

stata Calatafimi dove il Presidente Napolitano ha deposto una corona al Sacrario di Pianto

Romano e scoperto una targa in ricordo dei garibaldini che persero la vita nella battaglia

del 15 maggio 1860 alla presenza dei sindaci delle città di provenienza dei caduti.
 
Dal sito della Presidenza della Repubblica

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