lunedì 28 marzo 2011

Sulla Libia ha vinto la linea del governo italiano

GASPARRI:
Sulla Libia ha vinto la linea del governo italiano




"Il Governo Berlusconi si e’ presentato in Parlamento per la vicenda Libica prima ancora del vertice di sabato scorso a Parigi con la presenza venerdi’ nelle Commissioni Esteri e Difesa dei Ministri Frattini e La Russa. Si sono poi svolte riunioni del Senato e della Camera mercoledi’ e giovedi’ con votazioni dal chiaro significato politico, in occasione delle quali la maggioranza ha dimostrato di avere una linea chiara e dei numeri ben sufficienti. Ed ora non possiamo che esprimere soddisfazione per la guida affidata alla Nato di tutte le operazioni. Vince cosi’ la linea tenuta fin dal primo momento dall’Italia. Ma in altre parti del mondo le cose non vanno cosi"’.

Lo ha dichiarato in una nota il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. "Alle sinistre italiane che si lamentano nonostante il Governo sia stato puntuale e presente nelle Commissioni ed in Aula - prosegue Gasparri -, suggeriamo di leggere le contestazioni che negli Stati Uniti vengono rivolte all’amministrazione Obama per avere ignorato il congresso al quale non ha chiesto alcuna autorizzazione per le operazioni militari in corso. Negli Stati Uniti sta montando la polemica per la latitanza della Casa Bianca. La sinistra italiana che dice di avere una grande visione delle cose e di non essere provinciale, farebbe bene a fare un giro di orizzonte nel mondo per notare la differenza tra il Governo Berlusconi, puntuale, preciso e rispettoso del Parlamento ed altre. Realta’ a cominciare da quella degli Stati Uniti dove invece le assemblee parlamentari biasimano l’insufficienza di informazioni e di coinvolgimento da parte delle amministrazioni. Ma a sinistra nessuno lo ammettera’ perche’ l’ipocrisia e’ la loro caratteristica principale".


FRATTINI: Abbiamo ottenuto il riconosciuto di un ruolo chiave per l'Italia dentro la Nato

"I nostri atti erano tesi a un unico obiettivo: quello di impedire che la primavera del Mediterraneo fosse soffocata nel sangue. Per un momento abbiamo sperato che Gheddafi andasse in esilio per evitare il massacro dei civili; abbiamo poi condiviso le sanzioni previste dalla risoluzione. Non si tratta di fare la guerra, ma di impedire la guerra. Di portare aiuto a chi subisce un’azione bellica indiscriminata. Per questo è necessario l’uso della forza, sancito dall’Onu"

Lo ha affermato il ministro degli Esteri Franco Frattini, che è intervenuto in Senato sulla crisi libica per spiegare le azioni intraprese e i futuri sviluppi.

"Il regime si è posto fuori dalla cornice della legalità; la comunità internazionale ha adottato stringenti misure come la no-fly zone, che rispondono alle richieste della Lega araba e del Consiglio di transizione. L’Italia darà il suo contributo all’applicazione della risoluzione, nel puntuale rispetto dei limiti. L’azione militare serve a evitare danni gravissimi, ma siamo convinti che la soluzione della crisi passi per il dialogo nazionale, per un processo costituente che coinvolga le componenti politiche, sociali e tribali della Libia. L’unica precondizione è l’abbandono del potere da parte di Gheddafi. Approvata la risoluzione 1973, era necessaria un’azione urgente e temporanea per scongiurare il massacro dei civili; superata questa fase, occorre tornare alle regole. Serve coinvolgere l’Unione europea e trovare formule adeguate per allargare il sostegno alla coalizione. Nella notte, la Francia ha accettato il riconoscimento di un ruolo chiave della Nato e a questa soluzione abbiamo contribuito con un atteggiamento fermo. Abbiamo anche ottenuto che l’embargo sulle armi" sia fatto rispettare con "un pattugliamento navale e l’Italia guiderà le operazioni con un ammiraglio italiano".

Stampato dal sito www.ilpopolodellaliberta.it

28 Marzo 2011

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