venerdì 11 settembre 2009

Vota Antonio: La politica secondo il principe dei comici

Vota Antonio , ovvero la politica secondo il principe dei comici .
Totò firma uno dei pezzi comici più esileranti della storia italiana repubblicana nel film di Sergio Corbucci "Gli onorevoli". Sfruttando in modo mirabile la sua mimica altamente espressiva, il grande comico fà un pò il verso al Duce, un pò prende in giro il conformismo democristiano, un pò deride il grigiore comunista, Totò mette alla berlina i partiti e gli onorevoli dalle vuote promesse, tipici personaggi della scena politica italiana , interessati solo ai voti degli elettori .
Da qui lo slogan ossessivo "Vota Antonio....Vota Antonio La Trippa...."
In altra scena cult del film Totò urla con tono premonitore “Dormite, borghesi pantofolai!”, riferendosi al disinteresse della classe dirigente per i gravi problemi del Paese.
In sostanza Totò non cercava trucchi e scorciatoie, ma con grande intelligenza rappresentava in modo mirabile la campagna elettorale del tempo, fino a raffigurarla  come un canovaccio da commedia dell'arte, ma soprattutto  mettendo in risalto in chiave ironica   i vizi, le ingiustizie e le miserie dei tromboni politici .
L'arguzia, la vis comica del Principe de Curtis, sono insuperabili e rendono vero e reale il quadro politico dell'epoca. La comicità sdrammatizza le miserie del popolo sovrano, uscito dalla guerra, chiamato in un tale contesto ad esercitare con grande dignità il diritto di voto, espressione massima della sua potestà d'imperio.
Oggi, anche a seguito del miracolo economico italiano, le cose sono cambiate. Si è modificato il quadro politico: non cè più,(almeno formalmente) il partico comunista italiano, non cè più la democrazia cristiana. Il compromesso non è più storico, ma è sempre in agguato dietro l'angolo, nei salotti radical chic, nelle redazioni dei giornali d'assalto .
Nel paese del trasformismo, si cambiano le casacche, si modificano gli ideali, gli obiettivi, ma la musica di fondo della politica è sempre la stessa.
Nelle piazze d'oggi, oltre ai politici che fanno campagna elettorale (quando la fanno),  scendono   i cantanti  dai concerti impegnati, icone della sapienza canora concentrata,(da cui restano  affascinati soprattutto i giovani), e che spesso sentenziano in modo criptico anche di  scienza politica  (è il caso ad esempio di Celentano) .
 Ma son presenti soprattutto i  nuovi comici, che hanno ricette già pronte e confezionate per ogni evenienza, anche la più imprevedibile e complessa quale la recente  crisi economica globale.
Loro non hanno bisogno di una laurea in economia, in scienze politiche: discettano liberamente su tutto , con estrema facilità, con ironia, come si conviene a loro, dando pesanti  giudizi sommari ai tecnici di governo per le misure adottate, se  tardano a dare risultati eclatanti ed  immediati. Ma soprattutto se la prendono con il Governo Ladro, anche se non piove, ovvero con il premier Berlusconi, sempre responsabile di tutte le nefandezze. Citiamo per tutti  Benigni e  Beppe Grillo.
Beppe Grillo, che secondo alcuni è in piena crisi artistica, in quanto non recita più e non  riesce  a far ridere con la sua comicità,  ha creato una vera e propria organizzazione politica con tanto di sito internet e mobilitazione di piazza da far invidia alla CGIL del 68. Punta sul malumore di un'opposizione in crisi  di programmi e sfrutta  l'irritazione  dei cattocomunisti frustrati dai loro  leader interessati solo al gossip politico.
"Grillo attacca i giornali perchè non scrivono quel che lui vuole e come vuole lui " scrive Francesco Merlo su La Repubblica, un giornale che dovrebbe essergli amico . Ed ancora  "Crede di essere una somma di Totò e del professor Sartori, uno che prende drammaticamente sul serio la propria scienza politica. E invece tutto può fare Grillo tranne che saltare la propria ombra, che rimane l'ombra di un comico( in crisi)".
Beppe Grillo dal 2005 anno in cui  ha inaugurato  l'antipolitica con il suo blog, con  i suoi comizi a pagamento, i circoli dei grillini ed i dissacranti Vaffa day, ha riscosso  nella sinistra in attesa del leader messianico, un chiaro successo medianico, ma soprattutto i suoi redditi sono aumentati in maniera esponenziale.
Per il 2007 il modello unico  del comico riportava un reddito imponibile di € 5.071.196, di cui 4.673.478 per attività artistiche. L'anno 2006 con il suo giro d'Italia di "Incantesimi" ha prodotto un utile dichiarato di  € 4.388.367, di cui 3.531.868 per arti e professioni.
Grillo sarà anche in crisi di comicità, ma il nuovo ruolo di contestatore istituzionale di sinistra gli rende bene.
Il comico genovese malgrado denigri in modo plateale le istituzioni, affermando impunemente  davanti ad una Commissione Parlamentare che in Parlamento vi sono solo "vecchi antistorici e qualche zoccola", aspira in concreto a ruoli politici.  Ma il reato di vilipendio delle istituzioni esiste ancora in Italia ? Perchè mai l'episodio
riportato con risalto da tutta la stampa nazionale non ha riscosso la dovuta attenzione di qualche Procura della Repubblica? D'altronde non è l'unico episodio con estremi di reati,   degno di attenzione per i P.M.
Il 12 luglio Beppe Grillo tenta la scalata istituzionale e si auto-candida alla segreteria del P.D. Ma la sua candidatura non viene accettata in quanto il comico non risulta iscritto al partito    
Dunque, tornando  al nostro beneamato Totò, è'  per rendere il dovuto omaggio all'insuperabile arte comica, politica ed oratoria del Principe de Curtis, che sigleremo tutte le note politiche relative alle dichiarazioni dei nostri onorevoli, con il famoso slogan elettorale "Vota Antonio".
E' un  augurio, un  buon auspicio a sorridere di tanto in tanto, a sdrammatizzare le accese polemiche, spesso inutili e pretestuose dell'agone politico e dello spettacolo, spesso comico,   che i nostri personaggi pubblici, sicurtamente apprezzeranno la nostra iniziativa 
Gli altri articoli saranno regolarmente firmati, ovvero porteranno la sigla dell'autore.
A.D.

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