martedì 6 luglio 2010

BUONGOVERNO: L'Italia e' la quinta potenza industriale

L’Italia è la quinta potenza industriale ed è seconda per produzione pro-capite. La lettura del rapporto elaborato dal Centro Studi della Confindustria ("Scenari industriali. Nuovi produttori, filiere e mercati globali.

Le imprese italiane cambiano assetto") sintetizzata nel grafico che pubblichiamo, conferma la forza del sistema industriale italiano. Una radiografia che arriva a cinque anni di distanza dall’ultimo rapporto e che ed è senz’altro la migliore risposta ai teorici del declino del Paese.

L’Italia ha pagato la crisi (poteva essere altrimenti?) con un calo marginale della produzione mondiale manifatturiera, mantenendo il distacco dalla Germania ma riducendolo rispetto a Usa e Giappone che ci precedono. Si è avvantaggiata rispetto a Francia e Regno Unito.

La quota dell’export nella media dei cinque anni si è mantenuta al 4,8%, con buone performance nei Paesi emergenti. Sarà importante lavorare sul recupero di produttività e competitività. Emma Marcegaglia nel presentare il rapporto, ha ancora una volta promosso la manovra: "Paragonando Italia e Germania è come se noi avessimo fatto una manovra da 48 miliardi in due anni e loro da 80 in quattro".

BUONGOVERNO: Occupazione, Italia meglio degli altri paesi europei
A giugno, per il terzo mese consecutivo, il tasso di disoccupazione si è stabilizzato e l’utilizzo della cassa integrazione ha fatto registrare una potente decelerazione. Questi ulteriori segnali del percorso di uscita dalla crisi sono giudicati "molto interessanti" dal ministro Sacconi, che ha ricordato come il dato sulla disoccupazione, fermo all’8,7%, si inquadri in una situazione che vede la media dei Paesi dell’Eurozona inchiodata al 10%.

La sostanziale stabilità del dato sulla disoccupazione fa dire a Emma Marcegaglia che "è ancora alto, però il fatto che non si vada verso un ulteriore peggioramento è un dato non negativo". Va precisato che anche il tasso di disoccupazione non è cresciuto, mentre si mantiene stabile quello di occupazione. All’interno di questi dati, resi noti dall’Istat, quello più negativo riguarda la crescita della disoccupazione giovanile. Tornando alla cassa integrazione, il dato più rilevante è costituito dal sensibile calo rispetto al mese precedente: si passa dal -21% delle ore di cassa ordinaria (ma nell’industria è -61%) al -17% di quella straordinaria. All’interno di un dato semestrale di crescita rispetto al 2009, il presidente dell’ Inps, Antonio Mastropasqua, segnala questa tendenza verso una forte decelerazione.

Non poteva essere altrimenti, alla luce degli ultimi dati sulla produzione industriale, che ha segnato un recupero del 10% rispetto allo scorso anno. Che sia finita la caduta del ciclo produttivo è un dato acquisito, al pari del fatto che bisognerà attendere ancora prima che si chiuda la fase recessiva del mercato del lavoro. Va considerato che le imprese italiane tendono, grazie all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, a trattenere in azienda i lavoratori piuttosto che licenziarli: con la ripresa dell’attività è quella la prima manodopera ad essere riutilizzata, come indicano i dati sulla diminuzione della cassa integrazione. Ma si tratta di lavoratori che non rientrano nel perimetro dei lavoratori in stato di disoccupazione, il cui tasso potrebbe cominciare a diminuire – secondo alcuni analisti - nel momento in cui il Pil sarà tornato ai livelli del 2007, cioè a dire verso fine anno.

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