giovedì 22 luglio 2010

Le leggi non piacciono a certa magistratura di sinistra

BERLUSCONI: Le leggi non piacciono a certa magistratura di sinistra e il popolo non conta piu' nulla

"La battaglia sulle intercettazioni fa emergere i difetti della nostra democrazia, costruita su una architettura costituzionale non in grado di produrre interventi di ammodernamento e democratizzazione. Le leggi non piacciono a certa magistratura di sinistra e il popolo non conta piu’ nulla".


Lo ha affermato il presidente Silvio Berlusconi che parlando di intercettazioni e delle modifiche apportate al ddl dalla commissione giustizia della Camera, ha sottolineato: "Con le modifiche di oggi si avra’ una legge che lascera’ la situazione pressoche’ come e’ adesso e che non lascera’ agli italiani la liberta’ di parlare al telefono. L’Italia non sara’ un paese davvero civile, come lo e’, ad esempio la democraticissima Inghilterra dove infatti le registrazioni telefoniche non possono essere portate come prova nei processi ne’ dall’accusa ne’ dalla difesa. Qui da noi e’ uno scandalo assoluto. Il privato, senza avere commesso alcun reato, puo’ venire registrato e vedere le sue conversazioni finire sui giornali, con un peso completamente diverso da quello che ha detto, perche’ basta tagliare qua e la’ una frase e il senso cambia."


LA RUSSA: La legge sulle intercettazioni garantisce la privacy e la lotta al crimine

Il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa, ha fatto i complimenti al Guardasigilli Angelino Alfano per una legge, quella sulle intercettazioni, che "centra l’obiettivo di garantire di piu’ la privacy dei cittadini e allo stesso tempo non metta a repentaglio le indagini contro la criminalita"’.

All’uscita da Palazzo Grazioli dove si e’ appena concluso un vertice del Pdl, il ministro La Russa ha poi ribadito che l’intenzione e’ quella di approvare il provvedimento prima della fine dell’estate. Il ministro ha poi spiegato che nel corso del vertice non si e’ parlato del congresso, ma "delle attivita’ parlamentari e della vita del partito". La Russa ha poi criticato l’onorevole Granata per "alcune recenti uscite" sul fatto che alcune parti delle istituzioni e del governo stiano bloccando la ricerca della verita’ sulle stragi di mafia del ’92-93. "E’ andato sopra le righe",

GASPARRI: Basta pm-star, dannosi per la credibilita' delle indagini

"La magistratura, se ha elementi per avviare nuovi giudizi, lo faccia, ma questo stillicidio di dichiarazioni da star mediatiche è certamente dannoso per la credibilità della giustizia e la serietà delle indagini così delicate che Lari ed altri stanno svolgendo".

Lo ha affermato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, che a proposito del chiarimento del procuratore di Caltanissetta che indaga sulle stragi di mafia ha osservato: "Prendiamo atto delle affermazioni odierne del dottor Lari. Vedremo a quali verità ci porteranno queste indagini, tenendo conto che ci sono state delle sentenze passate in giudicato sulla strage di via D’Amelio. Ognuno deve fare il suo dovere. Facciano quel che devono e che la legge gli consente di fare, ma con una serietà e un rigore che sin qui non hanno sempre dimostrato, tant’è che un giorno si dicono alcune cose e il giorno dopo se ne devono dire esattamente altre".

ALFANO: Perseguire gli autori dei reati senza inseguire fantasmi
"L’indagine sulla cosiddetta P3 era ampiamente nota alle cronache giudiziarie grazie a una serie di anticipazioni giornalistiche e alla copertura mediatica che ne e’ seguita."

Lo ha affermato il ministro della Giustizia Angelino Alfano, nella risposta all’interrogazione Idv sul caso del sottosegretario Caliendo:

"Il quadro e’ stato completato dalla sobria e e pacata intervista rilasciata dal procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo a ’Repubblica’ il 17 luglio dal titolo ’Una societa’ occulta devastante che condizionava le istituzioni". Esternazione "invero parzialmente smentita il giorno successivo", che seguiva sul piano logico la "non meno incontinente" intervista data dal procuratore a ’Libero’, dal titolo: ’Cricca: e’ una faida nel Pdl’. Premesse fatte da Alfano per asserire che "tutto e’ noto dell’inchiesta, niente e’ noto invece di cio’ che il sottosegretario Caliendo avrebbe materialmente fatto, agendo illecitamente o in direzione contraria ai doveri dell’ufficio che ricopre".

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