martedì 14 dicembre 2010

CICCHITTO: Da Fini un uso politico delle cariche istituzionali

CICCHITTO: Da Fini un uso politico delle cariche istituzionali

Riportiamo l'intervento del capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, Fabrizio Cicchitto, nel corso del dibattito sulla fiducia al Governo

Signor Presidente, questo dibattito va al di là della pura e semplice esistenza di un Governo. Secondo alcuni si sarebbe chiuso un ciclo politico, quello che deriva dalla leadership di Silvio Berlusconi e con questo ciclo, evidentemente, dovrebbe finire anche il suo Governo. Noi abbiamo un parere del tutto opposto. Berlusconi è sceso in campo nel 1994 per due ragioni assai serie.



In primo luogo, per il fatto che Mani Pulite aveva spazzato via tutti i partiti moderati e riformisti, e solo il PCI-PDS era sopravvissuto a quella vicenda politico-giudiziaria, malgrado che anch’esso avesse fatto parte del sistema del finanziamento irregolare dei partiti detto «Tangentopoli» (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); in secondo luogo, dal 1994 in poi, vi è stato l’avvento di una dialettica bipolare e di sistemi elettorali maggioritari, che hanno richiesto un nuovo modo di far politica.



Vede, onorevole Bocchino, Berlusconi scese in campo per costruire una nuova forza politica per tutta l’area di centro, anzi di centrodestra che ne era rimasta priva; e lo fece a proprio rischio e pericolo, perché i settori politicizzati della magistratura, che non si erano mai occupati di lui, da allora lo hanno colpito in modo sistematico, creando un problema che non è suo privato, ma che è politico e pubblico (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), perché il nodo dell’uso politico della giustizia costituisce Pag. 39la negazione dello Stato di diritto e attribuisce ai partiti di sinistra la possibilità di usare un’arma impropria.

Scendendo in politica, Berlusconi ha anche interpretato lo spirito del tempo, che ha richiesto un nuovo modo di far politica, fondato sulla leadership, sul carisma, sul rapporto diretto con gli elettori. Questo approccio alla politica è stato demonizzato con l’appellativo di «populismo», mistificando il fatto che esso è ormai un tratto caratteristico della vita politica moderna: se è populista Berlusconi, sono populisti anche Obama, Sarkozy, Zapatero ed altri leader.



Ma questa polemica sul carisma, sul populismo e specialmente sul bipolarismo, onorevole Casini e onorevole Fini, si intreccia con qualcosa di assai più profondo. Dal 1944 al 1989-1990 la più rilevante anomalia della vita politica italiana è stata costituita dalla presenza del più grande partito comunista dell’occidente. Si poteva pensare che la fine del comunismo sciogliesse e liberalizzasse il nostro sistema politico; ciò non è avvenuto, perché dal PCI non è derivato un partito riformista e socialdemocratico, ma invece un soggetto politico il cui asse fondamentale è costituito da un giustizialismo che punta sempre alla demonizzazione dell’avversario e da un massimalismo sociale del tutto inadeguato a gestire la situazione economica attuale. Per di più, questo partito dagli anni Novanta in poi cerca di riequilibrare la perdita di peso elettorale, culturale e sociale rispetto al PCI con l’alleanza, spinta fino alla subalternità, con il settore politicizzato della magistratura e con alcuni dei poteri finanziari ed editoriali, come dimostra il protagonismo di un imprenditore e speculatore italo-svizzero e il felpato lavorio di qualche banchiere che ha un potere non solo finanziario, ma anche editoriale.



Tutto ciò radicalizza il nostro bipolarismo, onorevole Casini, ma gli dà un fondamento che non può essere aggirato e rimosso facendo finta che questo convitato di pietra non esista. Pag. 40Di fronte a tutto ciò, diciamo ad alta voce: fortuna che esiste Berlusconi! E anzi, se Berlusconi non esistesse, dovremmo inventarlo ! Quindi, per ragioni intrinseche al centrodestra, perché è il leader che lo unisce e che ha un sostegno popolare che va al di là dei confini dei partiti, e per queste caratteristiche illiberali della sinistra, il ciclo di Berlusconi - mi dispiace onorevole, Bersani - non è affatto finito.



Di conseguenza, onorevole Fini, oggi chi rompe il centrodestra commette un gravissimo errore politico, non solo perché entra in contraddizione con il voto popolare che lo ha eletto, ma anche perché rischia di rimettere in gioco questa sinistra, che è la peggiore sinistra esistente in Europa. L’attuale centrodestra mette in campo un vasto blocco politico, culturale e sociale pluralista e interclassista. Ci auguriamo che, prima o poi, onorevole Casini, tutti i moderati e i riformisti possano raccogliersi in una formazione politica ancora più vasta del PdL, che si riconosca nel Partito Popolare Europeo.



Rispetto a questa ineliminabile logica bipolare, onorevole Casini e onorevole Fini, il vostro terzaforzismo e il vostro terzopolismo sono deboli e velleitari, ma adesso anche profondamente contraddittori, perché voi oggi non voterete una terza posizione autonoma, ma sommerete i vostri voti a quelli della sinistra nella mozione di sfiducia al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).

Onorevole Casini, lei si è domandato sul perché di questa esibizione muscolare. Ma non siamo stati noi a presentare mozioni di sfiducia ! Siete stati voi! E che cosa dovevamo fare? Dovevamo dimetterci e arrenderci alla vostra arroganza?



Io voglio rivolgermi anche con amicizia ai colleghi di Futuro e Libertà (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Con il vostro voto voi rischiate di fare oggi un autentico salto di corsia e un mutamento di collocazione e di campo, altro che nuovo centrodestra! Voi corrette il rischio di diventare una sorta di appendice subalterna del centrosinistra (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani). Credo che sia ragione di meditazione per voi il fatto che vi siete meritati le lodi dell’onorevole Di Pietro.



Quindi, accolgo questa occasione anche per ringraziare l’onorevole Bocchino per il suo intervento, perché con il suo intervento vi ha spiegato le ragioni di questa divisione, che vanno molto al di là del cosiddetto autoritarismo di Berlusconi, perché quando voi usate il linguaggio, gli appellativi e gli epiteti mutuati da la Repubblica e da il Fatto Quotidiano è evidente che si crea una divisione profondissima (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).



Però, io vi pongo un interrogativo: qual è il vero Futuro e Libertà? È quello che si è espresso oggi, adesso, in questo dibattito, con le parole dell’onorevole Bocchino o quello che qualche ora fa si è espresso al Senato con le parole molto più meditate e significative dell’onorevole Viespoli ?



Allora, a quella parte e a quei settori di Futuro e Libertà, che vogliono e che vorrebbero rimanere nel centrodestra, noi facciamo una proposta: non votata la sfiducia; poi, sulla base di quello che ha detto Berlusconi nel suo discorso di ieri, questo Governo è aperto ad accogliere alcune proposte riguardanti la politica economica, le riforme istituzionali, anche la modifica della legge elettorale e della stessa struttura di Governo.



Ricordiamo all’onorevole Di Pietro - che è una vivente testimonianza della crisi dell’università italiana, perché egli è una straordinaria figura di laureato semianalfabeta - che dall’inizio di questa legislatura il suo gruppo ha perso circa nove deputati. Ciò è avvenuto per ragioni politiche, come per ragioni politiche noi ne abbiamo persi 59 e come per ragioni politiche ne ha persi venti il Partito Democratico. Di conseguenza, è semplicemente grottesco che Di Pietro si rivolga alla procura di Roma perché gli risolva il problema, facendoli tornare indietro o, come ha auspicato il quotidiano il Fatto Quotidiano, arrestandoli . Signor Presidente, concludendo, non posso fare a meno di rilevare l’esistenza di quella che oramai è diventata una profonda anomalia istituzionale. Questa anomalia è costituita da un Presidente della Camera, che sta esprimendo il massimo di ruolo politico militante, usando il prestigio e il peso politico che deriva da questa carica per modificare il quadro politico.



Credo che non le sfugga che ciò sta producendo uno squilibrio molto forte nel cuore del nostro sistema istituzionale e costituisce un precedente assai pericoloso. Oltre che l’uso politico della giustizia adesso si sta verificando anche l’uso politico di cariche istituzionali il cui elemento essenziale è la terzietà. Le dice queste cose chi non ha mai fatto attacchi personali e chi non ha condiviso quelli che le sono stati fatti . Ci auguriamo che questo Governo ottenga anche in questa Camera la fiducia. Nel caso opposto, l’unica via - ferme le prerogative del Capo dello Stato - a nostro avviso, è quella di andare al voto.

Visto il dissenso del PdL e della Lega, che sono uniti da una forte alleanza che non può essere scavalcata e aggirata, il Governo tecnico semplicemente non esiste e non esiste nemmeno un altro Governo di centrodestra non presieduto Berlusconi. Del resto, il collega Reguzzoni ha ricordato poco fa i risultati del Senato che sono evidenti e chiari per tutti.



Per tutte queste ragioni, e in primo luogo per quella di assicurare la continuità a questa legislatura, diciamo «no» alla mozione di sfiducia e invitiamo tutti i colleghi della Camera, al di là degli schieramenti tradizionali, a fare altrettanto

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