lunedì 2 maggio 2011

ELEZIONI DI NAPOLI: Come rimediare al ventennio rosso

ELEZIONI DI NAPOLI: Come rimediare al ventennio rosso




Negli ultimi venti anni Napoli ha conosciuto tre fasi di progressivo decadimento.


C’è stata la fase dell’illusione bassoliniana, tutta incentrata sulla speranza e sulla comunicazione di un virtuale nuovo rinascimento. È seguita la fase del disincanto e del tirare a campare clientelare: le centinaia di milioni di euro dell’emergenza rifiuti sono state utilizzate anche per finanziarla. La terza fase è quella della disperazione che porta alla rassegnazione.

L’emergenza rifiuti è espressione di quest’ultima fase. È diventata un male endemico, visibile, che degrada sempre più l’immagine di quella che nel Settecento fu la terza capitale europea dopo Londra e Parigi.





Ma a segnare il declino di Napoli non è solo l’emergenza rifiuti. La città ne presenta molte altre che il nuovo sindaco dovrà affrontare con risolutezza e con mezzi adeguati. Soltanto una legge speciale come quella ideata da Francesco Saverio Nitti all’inizio del secolo scorso dopo un’epidemia di colera può restituire e assicurare un futuro alla città.





Ecco le emergenze che bisognerà affrontare.

1.Il degrado urbanistico e sociale delle periferie.

2.Il decadimento progressivo del centro storico, dove è mancato un piano organico di risanamento urbanistico.

3.La progressiva perdita di un tessuto produttivo della città che ancora negli anni Cinquanta e Sessanta vedeva Napoli occupare il terzo posto in Italia per insediamento e rilievo dell’industria metalmeccanica e siderurgica.

4.La crisi dell’artigianato che avrebbe potuto costituire un volano con la nascita di distretti produttivi.

5.La crisi del turismo iniziata negli anni Sessanta e mai più segnata da una reale inversione di tendenza.

6.La progressiva perdita di centralità nel commercio e negli scambi, inquinati peraltro dall’economia del riciclaggio camorristico.

7.La condizione della struttura portuale, che ha risentito di questo progressivo arretramento della città.

8.L’assenza di un progetto di sviluppo futuro come quello che negli anni Sessanta portò alla realizzazione del Secondo Policlinico e della Tangenziale. Un nuovo progetto dovrebbe prevedere anche il completamento di opere come la metropolitana e il Centro direzionale, avviate ben 35 anni fa.

9.Il blocco di ogni modernizzazione e risanamento possibile della città provocato dal 1975 al 1983 dall’amministrazione di sinistra Valenzi e poi dal 1993 al 2011 dal ventennio della sinistra governante a Napoli. L’arretratezza del Pci era tale da impegnare il partito nella lotta dura contro la realizzazione della Tangenziale, del Secondo Policlinico, del Centro direzionale e, per finire, contro la trasformazione della baia di Bagnoli, dove ancora nell’83 la sinistra difendeva l’esistenza dell’impianto siderurgico.

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