martedì 25 ottobre 2011

L'Italia è in regola con l'Europa

BUONGOVERNO: L'Italia è in regola con l'Europa


25 ottobre 2011 ore 16:59 L’Italia non può essere trattata come l’alibi delle debolezze franco-tedesche. Perché fin dall’inizio della crisi ha sempre fatto ciò che doveva non solo nei confronti di Bruxelles, ma anche di se stessa.



Con la manovra di agosto conseguirà il pareggio di bilancio nel 2013. L’anno successivo avremo un avanzo totale dello 0,2% ed un avanzo primario (al netto degli interessi) del 5,7%. Già quest’anno avremo un avanzo primario dello 0,9% del Pil, oltre 1,3 miliardi di euro. A titolo di confronto, la Francia ha attualmente un deficit del 7%, ed è dal 1974 che non realizza un surplus di bilancio.

Il nostro problema è certamente il debito. Ma va detto che esso è aumentato tra il 2008 e il 2010 - in periodo di crisi mondiale quando cioè era necessario sostenere il lavoro, il credito e le famiglie - del 12,7% rispetto al 25,6 dell’Inghilterra, del 16,9 della Germania e del 14 della Francia.



L’Italia è la seconda economia manifatturiera dell’Europa. A differenza della Francia, le sue aziende pubbliche non sono totalmente assistite dallo Stato e non sono neppure la parte preponderante del sistema. Ebbene, gli ultimi dati Istat rivelano un’industria che sia nell’import sia nell’export fa segnare nei primi 8 mesi 2011 incrementi a doppia cifra superiori al 12%, che tengono il passo con la Germania della quale siamo partner economici fondamentali.



L’Italia ha sempre onorato il proprio debito, per quanto elevato sia. Non siamo la Grecia, non è neppure il caso di parlarne, che dovrà tagliare almeno del 50% il rimborso dei crediti. Ma non siamo neppure l’Irlanda o il Portogallo, che hanno fatto ricorso al fondo salva-stati. Al contrario, di quel fondo siamo i terzi contributori con ben 139 miliardi sui 780 tra dotazione e garanzie che il fondo ha. Ed il paradosso è che dalle ultime tranche di prestiti erogate riceviamo un tasso del 3,5%, rispetto al 5 ed oltre a cui collochiamo i nostri Btp.

Nessuno in Italia - a differenza di ciò che è accaduto il Germania o altrove - ha mai messo in discussione questi impegni assunti con l’Europa. Nessuno ha mai sollevato problemi di costituzionalità o alimentato campagne anti-europee. Certo, se per paradosso l’Italia uscisse o non fosse nell’euro sarebbe un gran problema per noi. Ma un problema ancora maggiore per l’Europa. Ecco perché meritiamo rispetto.

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