giovedì 27 ottobre 2011

La fiera delle bugie

FATTI & MISFATTI: La fiera delle bugie



27 ottobre 2011 ore 18:07 Che vengano sostenute in tribunale, da pentiti che ritrovano di colpo la memoria, da giornali e nei talk show, le menzogne su Berlusconi, il suo governo e la maggioranza che lo sostiene vengono regolarmente smentite dai fatti. Eccone alcune.



Non è vero che la maggioranza sia fragile. Dal 14 dicembre 2010, quando le opposizioni tentarono il ribaltone, i voti di fiducia sono sempre risultati a favore del Premier: la sua maggioranza si è dimostrata coesa e, nel’ultima votazione, si è confermata assoluta (316 voti alla Camera) e non solo relativa.



Non è vero che il Popolo della libertà sia in caduta libera. I sondaggi dell’ultimo anno dimostrano che c’è un nucleo duro che non si lascia intaccare dallo scandalismo, dalle polemiche e dalle difficoltà oggettive che riguardano l’Italia non meno di altri paesi. È un nucleo che vale dal 25 al 28% a seconda dei momenti.



Non è vero che la sinistra guadagna consensi. Nonostante le difficoltà oggettive del Governo, i sondaggi dimostrano che la sinistra non attira consensi: il Pd oscilla, nel migliore dei casi, intorno al 27% delle intenzioni di voto, ma è in perenne scambio di voti con Sel di Vendola e, in minore misura, con l’Idv.



Non è vero che l’economia italiana sia allo sfascio. La disoccupazione è a un livello inferiore a quello medio europeo (8% circa contro 9% circa); le esportazioni vanno meglio dei maggiori concorrenti; il deficit di bilancio (4,6%) è superiore a quello della Germania (3,3%) ma inferiore a quello della Francia (7%) e di altri paesi europei.



Non è vero che il sistema previdenziale italiano (pensioni, sanità e sussidi) metta a rischio l’euro e l’Europa tutta: attualmente, il suo peso complessivo in termini di Pil è al 26%, inferiore a quello della Francia (29%). In prospettiva, in base alle riforme già fatte e a quelle previste, costerà meno di quello di tutti gli altri maggiori paesi europei.



Non è vero che Berlusconi e il suo governo non godano di stima in Europa. Ieri, l’accoglienza della lettera di impegni dell’Italia - sul già fatto e su quello che si farà in tempi certi - è stata molto buona. Nel 1992, all’epoca di Maastricht, l’immagine dell’Italia era peggiore; ma il Paese fece uno sforzo e si riaccreditò. Non si vede perché questo non debba succedere ancora. Ieri è stata rinnovata la fiducia all’Italia.

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