venerdì 21 dicembre 2012

Bersani contro Mario:«I partiti personali non fanno bene»

RASSEGNA STAMPA
da IL TEMPO
21-12-12

aTTACCO IL SEGRETARIO DEL PD DURO CONTRO LA DECISIONE DEL PROFESSORE

 DI SCENDERE IN CAMPO: «NOI SIAMO STATI LEALISSIMI CON LUI, NON AVREMMO

 IMMAGINATO UNA CONTESA»

Bersani contro Mario:«I partiti personali

 non fanno bene»


Un giorno lo corteggia, un giorno lo attacca senza mezzi termini.


Mercoledì, nel suo tour europeo, Pier Luigi Bersani aveva spiegato che 
un'eventuale candidatura di Mario Monti non sarebbe stata «immorale»
(come aveva dichiarato Massimo D'Alema). E che in ogni caso, candidato 
no, il dialogo tra il Pd e il Professore non si sarebbe interrotto. Non solo,
 ma aveva dato ampie garanzie ai partener internazionali che, pur con le 
dovute correzioni su crescita e equità, il governo di centrosinistra non
abbandonerà la strada tracciata da Monti. Evidentemente il leader Pd non7
 aveva ancora ricevuto le ultime notizie da Palazzo Chigi. Dopo il giro di 
consultazioni con i rappresentanti delle liste che dovrebbero sostenerlo 
(Luca Cordero di Montezemolo, Pier Ferdinando Casini e anche Gianfranco
 Fini), la candidatura di Monti si è fatta concreta. Così ieri Bersani ha messo
 da parte il fair paly e ha attaccato il premier quasi fosse un Berlusconi 
qualunque. «Non credo - ha detto ospite di SkyTg24 - che i partiti costruit
i intorno ad una persona facciano bene all'Italia». I Democratici, però, non
 temono «il terzo incomodo». E non resteranno a guardare in un eventuale
 duello tra il Cavaliere e il Professore. Anche se è chiaro che, con lui in campo,
 la strada verso Palazzo Chigi si fa più in salita per Bersani. Anche per questo,
 forse, il segretario ribadisce la propria delusione per la scelta del premier: 
«Noi siamo stati lealissimi con Monti, francamente non avremmo immaginato
 una contesa». Ma è soprattutto sui modi del nuovo impegno in politica del
 Professore che si concentra l'attenzione del leader Pd. «Ho sempre detto da 
tre anni - osserva - che non avrei mai messo il mio nome sul simbolo perché
 le formazioni politiche devono avere chiarezza, autonomia, devono essere 
guidate dalle persone e costruite intorno ai programmi e non alle persone».
 Un'accusa che in passato Bersani aveva sempre rivolto a quello che definisce
«il partito dell'uomo solo al comando», cioe' il Pdl. Nonostante la delusione, 
i Democratici non hanno intenzione di cambiare il proprio schema di gioco.

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