venerdì 7 dicembre 2012

PATRIA LAVORO LIBERTA: “CHE FARE?”


Dal "Manifesto"  di PATRIA LAVORO E LIBERTA', movimento politico fondato dall'on.Giulio Tremonti, iniziamo  la pubblicazione della seconda parte  del testo del documento   



 - Parte Seconda

                                                           “CHE FARE?”

Il testo che segue è sviluppato su due colonne: una colonna che si troverà qui di seguito già scritta; una colonna che invece è stata lasciata bianca.
Lasciata bianca per una ragione molto semplice: perché questo è un “testo aperto”.
Ed è in specie un testo aperto a tutte le aggiunte, a tutte le specifiche, a tutte le critiche che possono e/o potranno essere fatte, da tutti quelli che leggono e/o leggeranno questo “MANIFESTO”.
Altro, molto altro può essere aggiunto: dalla giustizia all’ambiente, etc. e tutto questo dipende più da voi che da noi, ovvero da voi e da noi insieme.
Il “che fare” è dunque, per ora, solo indicativamente organizzato qui di seguito su 5 blocchi: “COMPRA-ITALIA”; economia; ricerca, medicina, ambiente, etc.; democrazia e società; Europa.
Con un specifica: qui di seguito l’economia è messa prima della democrazia, ma non perché è più importante, solo perché, data la crisi, è più urgente.
Ciò premesso: subito qui di seguito si trova prima una tabella riassuntiva che sintetizza le 40 azioni che pare giusto fare.
Viene poi una esposizione più analitica e dettagliata dei relativi specifici contenuti.
Infine, a seguire, una nota di fattibilità sulle entrate e sulle uscite relative a questo programma.
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Blocco Primo:                                       “COMPRA-ITALIA”.
Il debito pubblico italiano può e/o deve tornare in mani italiane per bloccare il ricatto speculativo esterno. Titoli pubblici esenti da ogni imposta presente e futura.


Blocco Secondo:                                      ECONOMIA


SEZIONE PRIMA: credito, lavoro, protezione della nostra produzione, Legge Tremonti per chi fa investimenti, assunzioni, export;

n.1 Costituzione di una banca nazionale di “Credito per l’Economia” (CpE) sul modello tedesco della KFW;
n.2 Separazione tra credito produttivo e casino’ o bisca finanziaria;
n.3 TFR nella busta paga mensile, con diritto di compensazione finanziaria automatica ed equivalente per le imprese;
n.4 nuovo contratto di lavoro per la piccola e media impresa
n.5 “un giovane – un anziano”
n.6 protezione della nostra produzione
n.7 blocco della riforma Fornero sul precariato
n.8 potenziamento dei “Distretti e reti”
n.9 nuova Legge Tremonti per investimenti, assunzioni ed export;
n.10 responsabilità sociale delle grandi società finanziarie, etc.

SEZIONE SECONDA: tasse e spesa pubblica

n.1 abbattimento dell’IMU sulla prima casa non di lusso,
n.2 parallela introduzione a copertura di un’aliquota di imposizione bancaria e finanziaria sui profitti da attività speculative e sull’attività fatta nei paradisi fiscali;
n.3 destinazione prioritaria dei risparmi da “COMPRA-ITALIA”, ed altro, a riduzione fiscale;
n.4 moratoria Equitalia in specifici casi;
n.5 antievasione: coinvolgimento dei Comuni;
n.6 controlli sulla lealtà fiscale degli immigrati che accedono alla nostra sanità, etc.;
n.7 pagamento in contanti della pensioni più basse;
n.8 “Simple tax”;
n.9 concordato triennale preventivo;
n.10 allentamento del patto di stabilità per gli investimenti fissi;
n.11 ripresa del federalismo fiscale;
n.12 sblocco effettivo dei pagamenti della pubblica amministrazione;
n.13 standard europeo di spesa pubblica;

SEZIONE TERZA: libertà economica

n.1 moratoria legislativa e taglio del “Nodo di Gordio”;

SEZIONE QUARTA: il Sud

n.1 Cassa del Mezzogiorno;
n.2 Banca del Mezzogiorno;
n.3 Potenziamento dei titoli di risparmio per l’economia meridionale;
n.4 Fiscalità di vantaggio;

Blocco Terzo:                       RICERCA, MEDICINA, AMBIENTE, ETC.

n.1 credito d’imposta;
n.2 la nuova medicina;
n.3 adozione della parte ragionevole delle proposte del M5S;
n.4 libri di scuola fermi per 5 anni.

Blocco Quarto:                             DEMOCRAZIA E SOCIETA’

n.1 costo della politica: quarantena. Nessun compenso politico potrà superare il guadagno di un precario. Poi andrà a regime il sistema di standard di costo medio europeo
n.2 generalizzazione dei referendum propositivi e consultivi;
n.3 abbassamento a 16 anni della maggiore età;
n.4 doppio voto elettorale ai giovani;
n.5 adozione delle proposte liberali per la “rete” fatte dal “Piraten Partei”;
n.6 innalzamento dal 5 al 7 per mille della contribuzione al volontariato;
n.7 elezione diretta del Presidente della Repubblica;


Blocco Quinto :                                         EUROPA

n.1 referendum sull’Europa futura: più unità nella disciplina di bilancio, sopra; più solidarietà sotto, e comunque “battere i pugni” in Europa;
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Più in dettaglio, si può considerare quanto segue, come più specifica base di lavoro

.

Blocco Secondo:                                        ECONOMIA

Sulla necessità di bloccare subito l’epidemia finanziaria in corso, si è già scritto appena sopra. Su questa base, in aggiunta si può e/o si deve poi fare quanto segue.


SEZIONE PRIMA: credito; lavoro; protezione della nostra produzione; nuova legge Tremonti per investimenti, assunzioni, export.

Ed in specie: N.1 Bisogna fare subito come la Germania. Va subito costituita una banca di tipo nuovo, una banca nazionale che faccia “Credito per l’Economia” (CpE).
Il modello da adottare è quello tedesco della “KFW” (“Kredit für Wirtschaft”= credito per l’economia);
In Germania la “KFW” è uno dei principali pilastri, spesso il fondamentale pilastro dell’economia (sociale di mercato). E’ una banca pubblica, ma non incompatibile con il mercato. Una banca potentissima che, da decenni, fa credito alle imprese, al lavoro ed alle comunità, alla produzione ed all’export.
Da noi non c’è ancora qualcosa di simile, se non in termini sperimentali.
L’economia italiana si basa su due pilastri fondamentali: la manifattura ed il risparmio.
In questa fase della crisi le piccole e medie imprese italiane sono in crisi (anche) perché non hanno credito.
Per contro, il risparmio è ancora un pilastro (l’altro pilastro) della nostra economia. Serve dunque un forte raccordo tra risparmio ed imprese.
Se la “KFW” va bene in Germania, perché non replicarla subito anche in Italia?
Lo si può fare riorganizzando e, fermi il ruolo e la missione delle fondazioni, triplicando in tempo reale le strutture che già abbiamo: Cassa Depositi e Prestiti + Sace + Export Banca + i due Fondi strategici.
La “CpE”, come la “KFW”, dovrà avere garanzia statale totale, sostenere decisamente l’export, emettere speciali titoli di finanziamento alle piccole e medie imprese ed ai distretti e/o reti.

Non solo: la “CpE”, come la “KFW”, deve essere sottratta ai vincoli di bilancio europei e deve avere gli stessi aiuti di Stato finora concessi dall’Europa alla “KFW”.
In caso di ostacoli “europei”, rispetto a questa legittima richiesta di “par condicio”, l’Italia va in Europa “batte i pugni”, per davvero e non per finta (come ora fa). Su cosa fare, al proposito, cfr. qui di seguito il n. 1 del blocco Europa).

N.2 Separazione tra credito produttivo ed attività speculativa.

Le banche che raccolgono il risparmio dei risparmiatori lo possono impiegare solo facendo credito alle imprese ed ai lavoratori, alle comunità ed alle famiglie. Ed a loro rischio.
Non possono usare la raccolta del risparmio privato per entrare nel casinò o nella bisca della finanza, continuando un sistema, come quello che c’è ora, per cui se ci sono profitti, questi vengono incamerati e privatizzati; se invece ci sono perdite, queste vengono trasferite nei bilanci pubblici e dunque messe a carico dei cittadini, dei risparmiatori, etc.

Si deve dunque tornare allo spirito della legge Glass-Steagall del 1933, che, dopo la crisi del 1929, fu la base di partenza del “New Deal” di Roosevelt. E’ su questo modello che in Italia fu fatta la legge bancaria del 1936. Entrambe queste due leggi (quella americana del 1933, quella italiana del 1936) furono poi abrogate, negli anni ’90, nello spirito della globalizzazione finanziaria. E’ un errore che stiamo pagando e che dobbiamo correggere; (per maggiori informazioni su questo si veda la SCHEDA N.9 sul sito www.listalavoroliberta.it).

N.3 Immissione immediata nelle buste paga mensili del TFR (trattamento di fine rapporto).

Più soldi ai lavoratori, per contrastare subito il calo della domanda sul mercato interno. Il beneficio è immediato. Non ci sarà costo finanziario per le imprese, perchè queste, senza alcun danno, avranno diritto all’equivalente automatico finanziamento, direttamente da parte della loro banca, a sua volta servita a questo
fine dall’INPS e dalla Cassa Depositi e Prestiti.

N.4 Contratto di lavoro per la piccola impresa.

Lo schema dei contratti di lavoro è finora organizzato verticalmente, per grandi settori di attività: metalmeccanico, chimico, tessile, edile, etc.
Settori nei quali sono indifferentemente posizionate, e tutte insieme, le grandi, le medie, le piccole imprese.
Considerando che il prodotto interno lordo italiano è fatto per oltre il 90% da imprese piccole e medie, queste livello, se lo vogliono, le imprese ed i lavoratori, possono applicare uno schema contrattuale alternativo e nuovo, una nuova forma di contrattazione, più vicina alle aziende e ai territori.
Un tipo di contratto che, superando la vecchia divisione verticale per settori di attività, prescinde dal tipo di settore di attività, per considerare principalmente la dimensione aziendale (e solo marginalmente il settore di attività). E’ questa, dimensionale e non verticale, la logica del nuovo contratto di lavoro della piccola e media impresa.

N.5 “Un giovane con un anziano”.

In ogni azienda, per ogni giovane assunto, si prevede la detassazione-defiscalizzazione di un lavoratore “anziano”.

N.6 Protezione della nostra produzione.

La concorrenza, per essere tale, deve essere leale. Gli USA, non certo sospettabili per essere anti-mercato, praticano già dal 1933 e poi ancora in altre forme sempre più forti negli ultimi 30 anni, politiche di protezione, di “Buy American”, etc.
In specie politiche che selezionano gli aiuti pubblici, le commesse pubbliche, etc. riservandoli alla produzione americana, in funzione dell’interesse economico nazionale.
Lo deve fare anche l’Europa. Lo deve e può fare, se no, unilateralmente l’Italia! Non si dica che ciò è impossibile, che è contro le regole del mercato e dell’Europa: una idea analoga, per la Francia, si trova infatti specificamente in uno dei due programmi presidenziali francesi (“La France forte”) del 2012. Se no,
l’Italia “batte i pugni” per davvero in Europa ( su questo si veda ancora il blocco Europa, n.1).

N.7 Blocco immediato della riforma del lavoro sul precariato.

“I “tecnici” la chiamano “flessibilità in entrata”. In italiano è un caso di “esodati 2”, ma un caso ancora più grande e drammatico” del primo. L’ideale a cui tendere è certo quello del “posto fisso”, del lavoro a tempo indeterminato. Ma non ci si arriva con esperimenti di ingegneria sociale, considerando imprese e lavoratori come topi o cavie da laboratorio cui è possibile applicare “intelligenti stimoli elettrici”. A partire dalla metà di luglio, da quando è entrata in vigore la riforma, con una accelerazione crescente attesa per l’autunno, e sotto il peso della crisi, per effetto della Legge Fornero le imprese non solo non creeranno posti fissi, ma faranno sempre meno contratti di lavoro a tempo determinato: manderanno a casa coorti crescenti di lavoratori a tempo determinato; lo faranno semplicemente via mancato rinnovo dei contratti che vengono via via a scadenza, non avranno neppure l’onere di spiegarlo: diranno solo che è la legge che li costringe. Dunque, senza tante storie, siccome non c’è il posto fisso: via! E’ questa la follia della fine-lavoro per troppi lavoratori, tra l’altro per lavoratori impegnati nei settori più strategici: dalla ricerca all’informatica a tutti i nuovi servizi.

N.8 Potenziamento delle Reti/ Distretti d’impresa

Dato il risultato positivo della sperimentazione, la dotazione finanziaria delle Reti/Distretti di impresa (ideati nel 2005 e finalmente operativi dal 2010-2011) può e/o deve essere significativamente accresciuta.

N.9 Rinnovo della “Legge Tremonti”.

Nel 1994 furono detassati gli investimenti, le assunzioni, le quotazioni in borsa.
Allora l’esperimento ebbe successo e fu poi ripetuto, con varianti, in funzione delle successive congiunture economiche e di bilancio.
Adesso la legge può e deve essere pienamente ripresa, magari lasciando da parte il premio di quotazione in borsa, ma sostituendolo con la detassazione dell’EXPORT.

N.10 Responsabilità sociale delle grandi società finanziarie, etc.

Si devono riconoscere meriti e successi, ma non si possono più tollerare l’avidità e l’impunità, soprattutto quando la gestione della società è scissa dalla proprietà e perciò è scissa dalla base naturale della responsabilità che è appunto la proprietà, quando si rischia in proprio.
Nel sopra citato programma conservatore inglese si trovano proposte mirate a “dare potere agli azionisti”, a “ristabilire parità di condizioni tra parti contraenti forti e deboli, ad allineare profitti richiesti e risultati ottenuti, ad assicurare parità di accesso alle informazioni, etc. Come è stato scritto “La riforma del capitalismo deve contemplare maggiore trasparenza… sul settore bancario una riforma è possibile… si deve compensare il merito, combattere i nuclei di potere, riconoscere i fallimenti”.
E’ questa la via da percorrere anche in Italia. I premi-bonus dei grandi manager devono essere limitati e comunque tenuti in depositi a garanzia a medio-lungo termine, in modo che, in caso di fallimento, siano recuperabili dalle aziende e dagli azionisti. Deve essere posto un limite reale all’eccesso di tecniche per cui si caricano di debito le imprese, non per necessità ma per investimenti speculativi, etc. Se una banca fallisce e viene salvata con denaro pubblico, i responsabili devono specificamente subire, personalmente e/o patrimonialmente, un trattamento analogo a quello del fallimento e non beneficiare di un regime di responsabilità limitata.
Sui crediti, l’ago della bilancia si è troppo spostato a danno dei creditori più piccoli. Un equilibrio va ristabilito garantendo ai giocatori più piccoli posizioni negoziali più forti.

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