venerdì 21 dicembre 2012

Lista Patria Lavoro e Libertà : DEMOCRAZIA E SOCIETA'





Dal "Manifesto"  di PATRIA LAVORO E LIBERTA', movimento politico

 fondato dall'on.Giulio Tremonti, pubblichiamo dalla sezione seconda  il blocco quarto  del testo del documento   



Blocco Quarto:

                                                     DEMOCRAZIA E SOCIETA’
N.1 Politica a “costo zero”. Si  comincia con
una  quarantena: nessun politico può
guadagnare per il suo mandato più di un
precario.
Poi va a regime il sistema standard di
compensi basati sulla corrispondente
media europea.
N.2 Piena legittimazione dei 68
referendum propositivi e/o
consultivi di iniziativa popolare;
La nostra Costituzione è del 1948: prima
di internet. Fermo il divieto dei
referendum abrogativi su materie
eccezionali, l’ostacolo su tutto il resto non
ha più senso. La Costituzione va
modernizzata, allineandola alla realtà
nuova. L’avrebbero fatto i padri del 1948,
facciamolo noi.
Lo scopo fondamentale di un sistema
democratico è far sì che il governo
appartenga al popolo, e non il popolo al
governo. L’esperienza delle nostre
democrazie ci insegna due cose.
La prima è che molte leggi approvate dai
Parlamenti non sono volute dalla
maggioranza dei cittadini, ma sono il
risultato della contrattazione tra gruppi di
interesse. Se i cittadini si fossero potuti
esprimere direttamente non vi sarebbero
mai state leggi che hanno dato privilegi
ingiusti (si pensi  a  certe  pensioni, alle
sovvenzioni a industrie  inefficienti, etc).
La seconda è che, all’opposto, molte leggi
che la maggioranza dei cittadini considera
giuste non vengono mai approvate,
perché non corrispondono a ciò che
vogliono i partiti o i gruppi di interesse.
L’introduzione del  referendum
propositivo e/o  consultivo permette al 69
popolo di affermare la sua volontà, aldilà
degli interessi di parte. Il  referendum
propositivo e/o  consultivo è la vera
risposta all’ondata di antipolitica, perché
riporta i cittadini alle ragioni stesse della
democrazia e del vivere comune.
L’antipolitica, combinandosi con il
fascismo finanziario, sta erodendo le basi
della democrazia. La colpa è della politica.
La cosa giusta non è dunque demonizzare
il non voto od il voto di protesta, ma:
a) formulare una offerta politica che
vuole essere credibile ed utile per i
cittadini;
b) generalizzare i  referendum
propositivi  e/o  consultivi la più
efficace tecnica di democrazia
diretta. Serve una modifica della
Costituzione? La si faccia! In realtà
i referendum, se costano,
soprattutto funzionano. In realtà
funzionano soprattutto come
remora ”ex ante” e come autocontrollo, da parte della politica. E
dunque, si pagano da soli perché
funzionano;
N.3 Abbassare la maggiore età a 16 anni.
La maggiore età si  può acquisire con il
compimento del sedicesimo anno di età.
I giovani di oggi acquisiscono molto 70
prima che in passato la coscienza e le
conoscenze che li rendono adulti. Questo
è il risultato di una scolarizzazione
sempre più diffusa e prolungata, del
mutamento dei rapporti sociali e tra i
sessi,  della diffusione dell’informazione,
della maggiore conoscenza del mondo
attraverso i mass-media ed i viaggi. E’
quindi logico che, come nel 1975 si
riconobbero i fenomeni di
modernizzazione abbassando la maggiore
età da 21 a 18 anni, oggi si compia un
passo ulteriore. Rendere i giovani
maggiorenni  all’età di 16 anni significa
renderli pienamente  responsabili di
fronte a se stessi e di fronte alla società.
Significa contrastare davvero l’esclusione
e le forme di alienazione giovanile.
Soprattutto, significa far loro avere una
parte attiva nel determinare il futuro
dell’Italia;
N.4 Attribuzione di un  duplice voto
per l’elezione  di Camera e Senato, per  i
giovani elettori (cfr. SCHEDA N.11 (sul
sito www.listalavoroliberta.it);
N.5 adozione delle proposte liberali per la rete
fatte in Germania dal “Piraten Partei”:
opposizione ad ogni forma di censura su
internet, trasparenza dell’apparato
politico, diritto ad un trattamento civile e
controllabile dei dati personali, riforma 71
dei diritti d’autore, etc.;
N.6 elevazione dal  5 al  7 per mille della
contribuzione al volontariato.
(E’ una  ipotesi:  invito all’offerta, da
parte di tutti i cittadini che possono farlo,
di abbracciare la causa del volontariato,
ad esempio di sabato. Ciò sarebbe
economicamente più utile che aumentare
l’IVA o l’accisa sulla benzina. E
socialmente ci darebbe una idea viva della
sempre più necessaria solidarietà).
N.7 elezione diretta del Presidente della
Repubblica

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