martedì 18 dicembre 2012

Per comporre bisogna prima scomporre


RASSEGNA STAMPA 

da IL  TEMPO
17.12.2012 

Per comporre bisogna prima scomporre


di Mario Sechi L’anno prossimo l’Italia emetterà debito per 388 miliardi
di euro  e non sono né uno show a Canale 5 né una fermata
 alla pompa di benzina  a Bettola a convincere chi compra 
e vende i nostri titoli di Stato. Tanto  meno è utile
 la narrazione del fidanzamento di Berlusconi o la riedizione di una
sinistra che strilla alla vista del domenicale conflitto d’interessi del
Cavaliere e fa un salto indietro di vent’anni. L’Italia ha bisogno di
andare avanti e di «scomporre» questo giochino che darà qualche
 titolo di giornale ma rischia di affondare i titoli dello Stato.



La storia è sempre fonte d’insegnamenti e la politica vi ricorre per giustificar
e i suoi usi  e abusi. Un pezzo dell’intellighentsia che cerca di ingegnerizzare il
 prossimo scenario politico ricorre alla figura di Aldo Moro per dare nobiltà a
 uno schema in cui Mario  Monti è solo una pedina del centrosinistra. 
Ma i saggi prendono a prestito il Moro che voleva «comporre» e dimenticano
 quello che sosteneva la necessità prima di«scomporre». Il problema è tutto 
in questa seconda parte, quella dello scomporre.
Pier Luigi Bersani, cercando un assetto variabile del Partito Democratico, ha
 deciso  di allearsi con Nichi Vendola. Lo ha fatto confidando solo nei numeri
 (una maggioranza per controllare Camera e Senato), ma lasciando da parte
 la qualità del  governo  che ne  sarebbe uscito. La contraddizione del binomio
 però non sfugge né all’Europa né ai mercati.



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