martedì 27 aprile 2010

PdL : Le manovre della minoranza

PDL CAMERA: Cicchitto non è legato alle dimissioni di Bocchino

"Nella lettera dell’on. Italo Bocchino, di cui e’ stata data pubblicita’, e’ contenuta una imprecisione perche’ l’art.8 del regolamento del Gruppo non lega affatto il destino del Presidente e del Vicepresidente Vicario, a meno che ovviamente non sia il primo a dare le dimissioni dalla sua carica".

Lo rende noto l’ufficio stampa del gruppo parlamentare Pdl alla Camera, a proposito delle dimissioni del deputato finiano dalla carica di vicepresidente vicario. "La situazione e’ totalmente diversa perche’, invece, ci si trova davanti alle dimissioni del vicepresidente vicario on. Italo Bocchino che, come e’ stato gia’ rilevato, andranno esaminate con la dovuta attenzione anche a livello del gruppo dirigente del partito".

BRIGUGLIO: Il ''codice Fini'' e' lealtà in movimento
Nel corso di un intervento sul sito di Generazione Italia, Carmelo Briguglio, vice presidente dei deputati del Pdl, afferma che "se c’e’ una categoria morale e culturale che contraddistingue la destra ’eterna’ oltre che moderna di Fini e che unifica quanti si riconoscono nella minoranza (oggi) politica e culturale che egli ha voluto fondare nel Popolo della Liberta’, e’ la lealta’. Se non si capisce questo dato, direi ’genetico’, si comprende poco o si finisce per equivocare o peggio banalizzare quanto accade nell’arena del confronto tra Berlusconi e Fini e dentro il partito che i due hanno fondato".

A chi si chiede "come si comporteranno i ’finiani’ o meglio "la minoranza del Pdl come e’ piu’ corretto ormai dire", Briguglio osserva che la domanda e’ "legittima ma viziata", se non e’ preceduta da un’altra, relativa a come si sono comportati i parlamentari piu’ vicini al presidente della Camera "nei due anni, in ben due anni, che ci separano dall’inizio della legislatura". Ebbene, replica, "con lealta’. Sempre. Questa e’ la risposta che nessuno puo’ ne’ mettere in discussione, ne’ smentire. In tutte le occasioni, in tutte le leggi, in tutte le conversioni di decreti legge (troppi?), in tutte le votazioni di fiducia (tante). Con lealta’. E alcune volte, ’finiani’ e non, con non pochi mal di pancia. Inutile spiegare perche’. Lo sappiamo tutti".

"Se in questi due anni di lavoro in Parlamento abbiamo peccato abbiamo peccato in generosita’ e amor di patria. E allora? Come si pensa che la minoranza del Pdl si comportera’ nelle aule parlamentari al momento del voto, di qualunque voto? Esattamente come si e’ comportata nei due anni trascorsi. Con lealta’, con la massima lealta’". "Ma anche con una nuova responsabilita’, quella di minoranza portatrice di un messaggio politico e culturale nel Pdl, nel centrodestra e nel Paese. Una responsabilita’ che ci impone una lealta’ la quale richiede dentro il partito e nei gruppi parlamentari democrazia interna, discussione preventiva, luoghi e spazi di confronto, fine della evocazione di epurazioni, suicide per la credibilita’ di un grande partito che si riconosce nel programma e nella carta dei valori del Ppe". "Non lo chiediamo come contropartita, perche’ la lealta’ e’ il riflesso di un codice cavalleresco che, ieri e oggi, non richiede contropartite. Ma abbiamo bisogno di una lealta’ non statica, ma che muova il Pdl e metta tutto e tutti in movimento. La lealta’ chiama lealta’. E rafforza i legami, dentro e fuori, di un partito ancora fragile. Noi lo vogliamo forte".

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