giovedì 14 aprile 2011

E' indifferibile una radicale riforma della giustizia

GIRLANDA: E' indifferibile una radicale riforma della giustizia




“La necessità primaria è una indifferibile e radicale riforma della giustizia, che a mio avviso dovrebbe auspicabilmente contenere un chiaro e netto riequilibrio tra poteri e ruoli dell’accusa e della difesa, sia nelle fasi di indagine che di dibattimento (come accade in tutti i Paesi democratici), il riconoscimento della responsabilità civile dei magistrati per gli errori compiuti (come richiestoci da una sentenza della Corte di Giustizia Europea sin dal 2006), una rigorosa disciplina della custodia cautelare limitata scrupolosamente ai casi di elevata pericolosità sociale e non intesa, come troppo spesso tristemente oggi accade, come anticipazione di una pena verso cittadini neppure imputati”.





Lo ha affermato il deputato del Pdl Rocco Girlanda, membro della Commissione Giustizia della Camera e presidente della Fondazione Italia USA, in un editoriale sul quotidiano online Affari Italiani. “Negli anni Sessanta la Corte Suprema degli Stati Uniti si pronunciò su un caso che ha fatto scuola. Un imputato del Texas aveva chiesto che durante il suo processo non venissero ammesse le telecamere e i fotografi. Il giudice decise diversamente e il processo si concluse con una condanna. L’imputato si appellò alla Corte Suprema perché a suo avviso le tv avevano compromesso l’imparzialità dei giurati e dello stesso processo, e i giudici federali gli diedero ragione. Da allora, come è noto, i processi nei tribunali americani si possono raffigurare solo con dei disegni. Ma un altro punto importante era contenuto in quella sentenza. Il principio legale che fino al verdetto finale l’imputato è considerato un ‘sospetto’ e nessuna rappresentazione, neppure televisiva, deve mai portare a considerarlo colpevole.



Spesso si cita la lettera che Martin Luther King scrisse dal carcere di Birmingham, Alabama, nel suo passo in cui ricordava: ‘l’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque’. Ma c’è un altro passaggio in quella lettera a mio avviso ancora più profondo, che raramente viene ricordato: ‘La giustizia ottenuta troppo tardi è giustizia negata’. E le persone la cui immagine, la cui reputazione, il cui futuro è stato distrutto da campagne giudiziarie proseguite per anni sulla stampa, senza tregua, senza potersi difendere, senza rispetto per le violazioni della loro vita privata e della loro intimità, ecco, forse queste persone la loro giustizia, anche dopo una assoluzione, non la troveranno mai.”




STRACQUADANIO: Vogliono un nuovo caso Tortora con il premier




"Le cosiddette testimonianze contro Silvio Berlusconi pubblicate oggi da la Repubblica fanno capire che la procura della Repubblica di Milano sta costruendo il ’caso Berlusconi’ allo stesso modo in cui fu costruito dai magistrati napoletani il ’caso Tortora’".



Lo ha affermato il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio, il quale ha osservato che "anche allora si inizio’ con una accusa infamante con lo scopo di distruggere l’identita’ e l’immagine del giornalista, e ogni qual volta le accuse iniziavano a sgretolarsi, arrivavano con geometrica potenza di fuoco nuove ’testimonianze’ con cui stordire l’opinione pubblica. Si produsse allora nei confronti di Tortora il piu’ grande caso di macelleria giudiziaria della storia d’Italia. Un caso che di fronte al ’caso Berlusconi’ ormai impallidisce. Silvio Berlusconi viene sottoposto a un assalto violento per sovvertire la democrazia e consumare la vendetta nei confronti dell’uomo che da quasi vent’anni sbarra la strada al colpo di Stato politico-giudiziario di una minoranza violenta. Come con Tortora allora la politica e la mobilitazione popolare difenderanno l’Italia e la liberta’, l’onore e la vita stessa di Silvio Berlusconi".





VITALI: I processi ai pregiudicati non cadranno in prescrizione



"Per la Ferranti ogni salmo finisce in gloria. Se le continue dichiarazioni hanno la finalita’ di creare allarmismo nell’opinione pubblica, possiamo capirne il senso, ma se invece vogliono essere critiche nel merito del provvedimento all’esame della Camera, ci allarmiamo non poco".



Lo ha affermato Luigi Vitali, componente della consulta Giustizia del Pdl, replicando alle dichiarazioni di Donatella Ferranti, capogruppo Pd in commissione Giustizia alla Camera, contro il processo breve. "Ribadiamo, allora, che l’incidenza della prescrizione sui processi e’ inversamente proporzionale alla personalita’ degli imputati . I processi per i reati dei recidivi e comunque dei pregiudicati, tenderanno a non prescriversi piu’, a differenza di quelli che riguarderanno gli incensurati. A condizione, pero’, che siano reati non particolarmente gravi, per i quali i termini prescrizionali siano comunque sufficienti ad arrivare a sentenza anche quando si proceda nei confronti degli incensurati. Il resto e’ solo bailamme strumentale".

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