venerdì 6 novembre 2009

L'INPS VEDE ALL'ORIZZONTE LA RIPRESA

Dal sito del PdL per I FATTI DEL BUONGOVERNO riportiamo l'articolo : Dall'occupazione conferme di ripresa

I dati forniti dall’Inps sull’andamento della cassa integrazione ordinaria ed in deroga, rappresentano in modo plastico la situazione economica nazionale, fotografata dal capo dello Stato: ci sono segni di ripresa, ma non bisogna scendere nel facile ottimismo. Esattamente la linea che il governo sta portando avanti con la legge finanziaria.


Cosa dice l’Inps? Che la richiesta da parte delle aziende di cassa integrazione ordinaria è diminuita di quasi il 10% in ottobre, rispetto a settembre. Una circostanza non secondaria e destinata a segnare una svolta. Il termine "autunno caldo", mutuato dal lessico sindacalese, deriva proprio dal costante aumento di richiesta della cassa integrazione in ottobre, rispetto a settembre. Se quest’anno, questa richiesta rallenta è sintomo evidente che le imprese riescono a soddisfare la domanda di produzione di beni senza ricorrere ad un alleggerimento del personale. Cioè, si stanno manifestando a livello manifatturiero (la cassa integrazione ordinaria è rivolta essenzialmente alle imprese che operano in questo settore) quei "segni di ripresa" a cui fa riferimento Napolitano.


L’Inps, però, con i suoi numeri rivela che la cassa integrazione "in deroga" cresce del 700 per cento su base annua. A giudicare dalla cifra sembrerebbe "un’esplosione" di questa forma di ammortizzatore sociale. Con un particolare. Fino ad un anno fa questo strumento, proprio perché chiamato "in deroga", non esisteva; od aveva un utilizzo limitatissimo. Ora, invece, grazie agli 8 miliardi messi a disposizione dal governo, consente di dare sostegno al reddito a figure professionali che non erano ammesse alla cassa integrazione ordinaria.
Ne consegue che un dato come l’incremento del 700% di per sé è insignificante, visto che questa forma di ammortizzatore sociale non esisteva in precedenza. E conferma come il governo abbia operato nella direzione migliore possibile per estendere le garanzie sociali a chi ne era in precedenza sprovvisto. Un’ulteriore conferma della validità di questa strategia (ispirata al principio: nessuno verrà lasciato indietro) viene dai dati europei sulla disoccupazione, che indicano come l’Italia abbia un tasso di disoccupazione inferiore non solo alla media europea, ma anche a quello registrato nei Grandi Paesi Ue, come Francia, Spagna e Germania. A riprova di come il governo abbia ben operato di fronte alla crisi.

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