giovedì 28 ottobre 2010

TREMONTI: La riforma del fisco e' prioritaria

"Restiamo la settima potenza economica del mondo". Così si e’ espresso Giulio Tremonti, al termine del vertice G20 Finanza a Gyeongju nella Corea del Sud, che ha rassicurato sulla stabilità dell’economia italiana: "La posizione dei nostri lavoratori, imprenditori e del sistema tiene".

Il Fondo Monetario Internazionale sta cambiando: ci sono dentro quelli che hanno vinto la guerra, o quelli che avevano le colonie, adesso sono queste che vogliono impadronirsi dei loro antichi padroni e gli stanno chiedendo un prezzo. La posizione dell’Italia nel Fmi, però, "non è in discussione". Potremmo scambiare il nostro posto nel Consiglio, aggiunge il Ministro, "soltanto se sarà creato il seggio unico europeo. Ma è un problema che non si pone".

Sempre dalla Corea, Tremonti ha risposto per le rime a Bersani, sulla riforma delle tasse. Lo ha fatto con una missiva di una paginetta e mezzo, ironica e garbata nella forma, quanto pungente nella sostanza. "Per noi, per l’Unione Europea, le tasse evase devono essere recuperate e, solo in questo caso, possono essere utilmente e non come propaganda conteggiate per la riforma fiscale", spiega. Per altri è l’opposto: prima si fa finta di fare la riforma, poi si vede". Dopo aver assicurato che sarà questo Governo a portare a termine l’impresa, Tremonti ricorda a Bersani che in "ogni caso tempi e metodi, date e numeri della riforma che l’Italia può e deve fare non potranno che essere compatibili con il processo europeo di stabilità e di riforme. Fughe politiche in avanti o fuori da questo schema saranno o sarebbero distruttive".


Per Tremonti l’accordo sui cambi, siglato al G20, rappresenta "una novità rispetto all’assoluto silenzio del passato", nonostante "una certa riluttanza della Cina" nella guerra delle valute. Da ultimo, davanti ai ministri finanziari e ai governatori dei grandi paesi industriali e delle nuove potenze emergenti, lancia un allarme. Il sistema bancario ombra, cioè le istituzioni finanziarie non bancarie, ha interconnessioni internazionali di dimensioni "impressionanti", originate soprattutto in America. Ecco la soluzione: norme generali come "il global legal standard", senza limitarsi alle regole sul settore finanziario, che ne rappresentano soltanto una parte.

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