sabato 9 ottobre 2010

TREMONTI: L'obiettivo dei conti e' centrato

TREMONTI: L'obiettivo dei conti e' centrato, la posizione dell'Italia e' confortevole

"Gli obiettivi di finanza pubblica per il 2010 saranno assolutamente centrati". Lo ha affermato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, nel corso di un’audizione alla Camera nell’ambito dell’attivita’ conoscitiva preliminare all’esame dello schema di Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013.


"Siamo assolutamente in linea. Dappertutto in Europa e’ diffusa e comune la consapevolezza che non esiste crescita senza stabilita’ dei conti. Non esiste una scelta fra rigore e crescita, uno tiene l’altro, perche’ il deficit non crea crescita ma solo diseguaglianza e poverta’ per le generazioni attuali e quelle future". Il debito pubblico non puo’ diventare un’ossessione, non puo’ essere considerata l’unica grandezza di riferimento. Non puo’ essere visto come l’unico nemico da combattere. Perche’ questa crisi ha dimostrato il contrario, ovvero che le cause sono da ricercarsi nel settore privato, in quello della finanza bancaria. "Con la crisi si e’ scelto di considerare sistemico tutto il sistema bancario, di salvare tutto del sistema anche la parte speculativa". Il ministro dell’Economia spiega come l’Italia la pensa nel dibattito che in Europa si sta sviluppando sui nuovi criteri di riforma per il patto di stabilita’.

Una linea quella italiana che sta acquistando forza. L’obiettivo e’ quello di far considerare nel giudizio complessivo sulla sostenibilita’ di un paese tanto la dinamica del debito pubblico quanto quella del debito privato e da questo punto di vista la posizione del nostro paese secondo Tremonti e’ "straordinariamente confortevole". Giulio Tremonti ha inoltre esortato a investire di piu’ nel capitale umano.

"Dobbiamo investire piu’ che possiamo sulla scuola. Stiamo studiando un sistema per ricostruire il sistema dell’istruzione con edifici, borse di studio. Tanto per gli scolari, quanto per gli insegnanti". Insomma bisogna costruire strade e scuole. E poi investire nella ricerca. Il ministro ha espresso parole di apprezzamento per il tavolo imprese-sindacati che si e’ aperto. Ha minimizzato l’invito ad abolire le province da cui si avrebbe un risparmio minimo nell’ordine di 100-200 milioni di euro. E ha ancora una volta invitato il Parlamento ad aprire un dibattito ad hoc sulle riforme che sia coerente con i vincoli e i numeri di finanza pubblica. Un dibattito del genere sarebbe "nell’interesse del governo, del parlamento e del paese".

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