lunedì 15 novembre 2010

BONDI: Belusconi e' solo? Sì, a combattere la vecchia politica

BONDI: Belusconi e' solo? Sì, a combattere la vecchia politica




Riportiamol’intervento di Sandro Bondi in risposta all’editoriale di Ernesto Galli Della loggia, pubblicato domenica 14 novembre, dal titolo "Solitudine di un leader"



Gentile Direttore,

praticamente è dal 1994 ad oggi che discuto con Ernesto Galli Della loggia sul ruolo di Berlusconi e del “berlusconismo” nella politica e nella società italiana.





Mi rincresce che sia stato in qualche modo un dialogo tra sordi. Non credo che vi sia una avversione personale da parte di Galli Della Loggia nei confronti di Silvio Berlusconi, piuttosto un puntiglio intellettuale che nasce dalla delusione tra lo scarto fra una meta astratta e il corso effettuale della politica in Italia nel corso di questi ultimi decenni.

Certo questo puntiglio appare ossessivo e soprattutto sembra corrispondere alla logica propria dell’ideologia, cioè la conferma delle proprie convinzioni più radicate.

Anche nel suo ultimo editoriale, l’analisi sfuma nello psicologismo e indulge nei colori letterari del tramonto di un esponente politico, la cui solitudine politica sarebbe il risultato di una profonda solitudine umana.

Non voglio negare una sofferta solitudine, che è propria di tutti gli uomini e può diventare esperienza dolorosa nelle grandi personalità della storia.





In realtà, per quanto posso capire io, l’indole di Berlusconi non è ripiegata su se stesso, al contrario è un’indole gioiosa e positiva, che, come insegna Spinoza, aumenta l’amore per la vita e la nostra forza vitale.

Se c’è una solitudine nella vita di Berlusconi, a me pare che essa sia di natura eminentemente politica.

Mai come in questi giorni, questa solitudine politica appare evidente e emblematica.

Da cosa si evince la solitudine politica di Berlusconi? Rispetto alla sinistra, la cui unica ragion d’essere politica è ormai da anni solo l’antiberlusconismo viscerale? Rispetto alla cultura dominante di questo Paese, mossa da tic ideologici e dalla difesa dei propri privilegi di casta? Rispetto ai grandi gruppi industriali e finanziari, che non hanno mai avvertito i doveri derivanti dal costituire la classe dirigente di una Nazione? Rispetto a Fini, un uomo politico proveniente dalla tradizione neo fascista che ha fatto il suo ingresso nell’area di governo ed è assurto alle più alte responsabilità istituzionali grazie a Berlusconi mallevadore? Rispetto a uomini politici come Casini e Rutelli che, con tutto rispetto, sono dei galoppini della politica, al pari di me, con la differenza, se mi è permesso, che nella mia vita c’è l’apertura anche ad altre dimensioni della vita.





Chi ragioni politicamente e razionalmente, non può non vedere che la supposta solitudine di Berlusconi sia in realtà una sua insopprimibile estraneità alla vecchia politica.

Paradossalmente Berlusconi nel 1994 ha salvato dal naufragio una parte di questa vecchia politica, nobilitandola e riportandola in auge.

Oggi questo vecchio personale politico ringalluzzito e riverniciato, con il cinismo proprio di una politica priva di valori e di umanità, pensa sia venuto il momento di dare il calcio dell’asino a Berlusconi.

Per fortuna la loro protervia non li induce a considerare i dati della realtà.





I dati della realtà sono evidenti almeno per chi abbia uno sguardo sgombro da risentimenti e da ideologie per vederli: Berlusconi gode di un consenso maggioritario nell’opinione pubblica perché è giudicato come l’unico leader politico capace di modernizzare l’Italia; la sinistra è divisa e priva di un leader credibile, a meno che non si voglia considerare Vendola un possibile uomo di governo; al centro si affolla una schiera di aspiranti leader in aspra competizione fra di loro e in nome di una concezione della politica che, come ha scritto l’onesto Cacciari, si riassume nello “stato dei partiti” e nel “parlamentarismo bloccante”; Montezemolo è tentato di scendere in campo ma dovrebbe chiedere a Casini, Fini e Rutelli di farsi da parte; l’alleanza fra la Lega di Bossi e il Pdl di Berlusconi è l’unica alleanza in grado di cambiare l’Italia.

Insomma, tutti coloro che sgomitano per il potere, senza avere il consenso, come ha detto l’ottimo Daniele Capezzone, devono ancora aspettare il dopo-Berlusconi. Il dopo non è oggi. Dovranno ancora aspettare ancora. Speriamo che nel frattempo il vecchio si consumi definitivamente e emerga qualcosa di nuovo.

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