giovedì 25 novembre 2010

LA CRISI DEI RIFIUTI: Napoli sgovernata dalla sinistra

LA CRISI DEI RIFIUTI: Napoli sgovernata dalla sinistra


Il problema legato allo smaltimento dei rifiuti non è la Campania, ma è la città di Napoli. E il giudizio espresso dagli ispettori della commissione europea ("Tutto come due anni fa") trova rispondenza nella realtà soltanto se misurata sul capoluogo. Lo dicono le cifre: 70mila le tonnellate di immondizie per le strade di Napoli e provincia nel 2008, 8mila (un decimo) quelle accumulate fino a ieri. Quasi la metà nella sola, città sgovernata da tremilacinquecento giorni, poco meno di dieci anni, dalla giunta di sinistra il cui sindaco, Rosa Russo Iervolino, accoccolata sulla montagna di rifiuti trascorre il tempo a lamentarsi dei poteri che non ha (unico sindaco in Italia a pensarlo), ad accusare governo e quant’altri (sempre Berlusconi, ieri Formigoni) e ad inventarsi improbabili soluzioni (la spazzatura nelle cavità cittadine perché "stamm pien ’e monnezza").

Il fatto è che a Napoli è rimasta lettera morta la legge 123/2008 con la quale si caricavano i Comuni della responsabilità di avviare una efficiente raccolta differenziata, unico volano di un possibile ciclo virtuoso dello smaltimento. In gran parte della Campania ha funzionato, si sono raggiunti elevati livelli di differenziata e alcuni Comuni inadempienti sono stati anche commissariati. Forse, col senno di poi, troppo pochi. Sta di fatto che a Napoli non si è mossa foglia o quasi.

Così, per l’ennesima volta, la procura di Napoli ha aperto un’inchiesta. Perché la differenziata non ha centrato nessun obiettivo ed è ferma poco sopra il 18%, ben lontana dal traguardo del 65% fissato per legge al 2012. I napoletani coinvolti sono meno di 200mila su 900mila. Le due aziende deputate alla pulizia e al decoro della città, Asìa e Napoli Servizi, incassano complessivamente ogni anno 232 milioni per pagare lo stipendio a 5mila persone. La prima azienda ha un deficit di 14 milioni l’anno. Rimuovere una tonnellata di rifiuti a Napoli costa mediamente 90 euro, contro i 64 della media italiana.

Ma chi occupa lo scranno di sindaco da quasi dieci anni non ha nessuna colpa e non si assume nessuna responsabilità. Sempre colpa degli altri: delle aziende del Nord che hanno mandato giù rifiuti tossici (ma non di chi se li è presi), di Formigoni che chiude le porte all’immondizia napoletana e naturalmente del governo. La parola d’ordine della Iervolino è: "nulla fare, nulla temere". Lei ferma, la città paralizzata: dal 2006 un terzo delle sedute del consiglio comunale sono andate deserte per assenza dei consiglieri della sinistra, ieri mattina è mancato il numero legale per l’ottava volta consecutiva, la maggioranza è sbriciolata. Dieci anni in mano alla sinistra e Napoli oggi è in fondo alla classifica delle città più inquinate d’Europa. Per di più, al lordo dell’immondizia di questi giorni.


CICCHITTO: Sui rifiuti di Napoli da Franceschini un intervento disgustoso


"Disgustoso". Così si e’ espresso il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, nei confronti dell’intervento del capogruppo del Pd Dario Franceschini, che ha denunciato come il decreto sull’emergenza rifiuti a Napoli approvato dal Cdm di giovedì scorso non sia ancora stato presentato dal governo alle Camere.

"Sui rifiuti il Pd viene qui a fare un indegno gioco dei bussolotti su un tema che lo vede responsabile. I decreti da sempre vengono approvati dal governo, poi affinati e successivamente presentati. Avviene anche in questo caso per un problema di copertura".

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