giovedì 18 novembre 2010

SONDAGGI: Maggioranza sopra quota quaranta

SONDAGGI: Maggioranza sopra quota quaranta


Settimana dopo settimana, chi dalle polemiche estive fino al caso Ruby si aspettava un tracollo del Popolo della libertà, passando per la costituzione del gruppo finiano, è rimasto deluso.

Il Pdl tiene la posizione di primo partito italiano e la Lega ha consolidato l’aumento di consensi registrato dalle politiche del 2008 nelle successive elezioni europee e regionali. Insieme, secondo l’ultimo sondaggio di Nicola Piepoli, sono al 41% delle intenzioni di voto, che l’European Research di Alessandra Ghisleri incrementa a oltre il 42%. Un traguardo di sicurezza per conquistare la maggioranza dei voti alla Camera e quindi il premio di maggioranza in numero di seggi. Difficile, infatti, che si possa cambiare la legge elettorale dopo la fissazione del calendario della verifica al 14 dicembre. L’opposizione è divisa su quale modello di legge proporre. Per cui un cambiamento della legge elettorale potrebbe avvenire solo per iniziativa dell’attuale maggioranza.

I sondaggi non sono altrettanto beneauguranti per le opposizioni. Il Partito democratico è al 25,5%, cioè 7,7 punti in meno rispetto al risultato del 2008. La vittoria di Pisapia nelle primarie per designare il candidato-sindaco di Milano ha costretto il vertice del Pd a fare propria questa candidatura, ma obbligandosi a tagliare i ponti con l’area centrista. Il partito di Bersani si trova pertanto sospinto nella sua area naturale, quella della coalizione di tutte le forze d’opposizione, con il rischio di perdere altri elementi sul fianco destro e la quasi certezza di subire un’ulteriore emorragia a sinistra. Il partito di Vendola, Sel, sale infatti al 6,5% mentre l’Idv si stabilizza all’8%. Infine, il modesto valore assegnato al partito di Fini, Fli, e cioè il 5%, registra la riluttanza di questo segmento di elettorato anche alla lontana eventualità di un’intesa con il Pd, e il rigetto delle offerte che un Bersani pre-Pisapia aveva messo in campo. Non si muove nemmeno l’Udc, al 5,5%, vittima della sua intransigente richiesta delle dimissioni di Silvio Berlusconi prima di avviare qualsiasi discorso.

Il sondaggio, in conclusione, premia la ferma determinazione di Berlusconi di andare avanti con l’azione di governo o, se questo venisse sfiduciato alla Camera, di andare al voto anticipato.

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