lunedì 8 novembre 2010

MANTOVANI: Fini cancella la maggioranza che lo ha eletto

MANTOVANI: Fini cancella la maggioranza che lo ha eletto

"Appare incredibile che il presidente della Camera, terza carica dello Stato, si presenti una domenica di novembre in un piccolo comune della penisola, per chiedere le dimissioni del presidente del Consiglio, nell’intento di cancellare la maggioranza parlamentare che lo ha eletto e che gli italiani hanno votato solo due anni fa".

Cosi’ si e’ espresso Mario Mantovani, sottosegretario alle Infrastrutture e parlamentare del Pdl. "Siamo di fronte a un vulnus istituzionale di gravita’ inaudita francamente inaccettabile, soprattutto per chi si candida a guidare il Paese".


BRAMBILLA: Ora Fini si dimetta da presidente della Camera

“Fini può dire e fare ciò che vuole ma mi sembra che a questo punto, dopo le cose che ha detto e che ha fatto, la carica di presidente delle camera, ruolo istituzionale e super partes, sia incompatibile con la sua figura di capo partito. Quindi attendiamo che assuma, al più presto, un comportamento conseguente“. Lo ha detto il ministro Brambilla a commento dell’intervento di Fini all’assemblea di Fli





GASPARRI: Fini si assuma la responsabilita' in Parlamento


"Io penso che ci sia una maggioranza di centrodestra in Parlamento, che gli elettori hanno espresso e che ha conferito un’ampia fiducia al governo Berlusconi alla Camera e al Senato qualche settimana fa.
Alla luce di quanto ha detto Fini la posizione di Fli e’ cambiata. Bene, se ne assumano la responsabilita’ in Parlamento. Anche perche’ il discorso fatto ieri dal presidente della Camera non e’ quello di un leader della destra perche’ sulla famiglia, sulle coppie gay e sull’immigrazione ha detto cose simili alla sinistra. E quando ha detto ’Berlusconi vada a casa’ ha dato voce al sentimento della sinistra. La destra sta nel Pdl: nella politica della lotta all’immigrazione clandestina, nella sicurezza, nella difesa della famiglia tradizionale, nella tutela dei diritti e della vita della persona. Valori che Gianfranco Fini ha stracciato in questi anni con tutta una serie di prese di posizione". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, durante il programma ’La telefonata’ condotto da Maurizio Belpietro


FRATTINI: Non penso che i parlamentari di Fli vogliano le elezioni anticipate

"Quello di Fini e’ stato un discorso politico da capo di un nuovo partito. Il che introduce una riflessione: come presidente della Camera dovrebbe sapere che le maggioranze nascono e muoiono in Parlamento e non con un ultimatum di partito, con un atto extraparlamentare. Fini sa bene che un mese e mezzo fa le Camere e Fli hanno votato la fiducia e non ha chiarito quali siano i cambiamenti intercorsi nel frattempo. Il dibattito e il voto - necessari a esprimere le ragioni del contrasto - devono avvenire in Parlamento su una risoluzione o su un’iniziativa importante. Solo dopo il premier potra’ trarre le conseguenze. Farlo fuori dal Parlamento e’ inaccettabile". Lo ha affermato il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini, in un’intervista al quotidiano ’La Repubblica’ nella quale ha osservato:
"Non sono sicuro che la maggioranza dei parlamentari finiani voglia staccare la spina e andare a casa per puro antiberlusconismo, senza passare per una profonda riflessione alle Camere. L’Italia e’ un Paese nel quale la stabilita e’ valore aggiunto. Fare cadere il governo con una sfiducia extraparlamentare per di piu’ proclamata da un comizio politico e’ un metodo che i cittadini non comprenderebbero e che costituirebbe un pericoloso precedente.
Bisogna seguire le regole istituzionali alle quali Fini si richiama sempre".

Quanto a un possibile cambiamento del quadro di maggioranza con l’appoggio dell’Udc, Frattini ha commentato che e’ un fatto possibile. "L’allargamento della maggioranza all’Udc mi trova d’accordo. Ma anche su questo servirebbe il confronto parlamentare, non extraparlamentare. Se l’Udc ritiene di condividere alcune iniziative del governo anche modificate in base alle loro eventuali richieste possiamo farlo, ma questo richiede modifiche formali del governo (le dimissioni ndr). D’altra parte tutti sappiamo che Berlusconi in passato ha tentato di percorrere questa strada. Per ora e’ nostro dovere illustrare le ragioni dell’allargamento all’Udc non per sostituire il Fli, ma per integrare la maggioranza".
L’eventuale appoggio esterno di Futuro e Lberta’ "farebbe un errore. Il ritiro dovrebbe seguire il dibattito in Parlamento per rilanciare legislatura e maggioranza, non anticiparlo. Il discorso di Fini, nel quale vedo luci e ombre, avrebbe meritato una conclusione diversa: non un ultimatum, ma una proposta sulla quale discutere per arricchire il programma e il patto di legislatura. Se poi su quel nuovo programma c’e’ la fiducia si va avanti".



CICCHITTO E GASPARRI: La richiesta di dimissioni di Fini e' inaccettabile
"In parlamento il governo Berlusconi ha ottenuto un’ampia fiducia poche settimane fa, sulla base di una concreta ed articolata proposta, coerente con il programma della coalizione di centrodestra votato dalla maggioranza degli italiani. Dopo quel voto sono state avviate iniziative legislative e politiche sul federalismo fiscale, sulla sicurezza, sulla riforma del fisco, sulla giustizia, sullo sviluppo. Altre, come quella per il Sud, sono in via di definizione, secondo il programma annunciato dal governo.

E’ inoltre all’esame del parlamento il bilancio dello Stato, mentre l’esecutivo ha indicato una serie di obiettivi coerenti con l’agenda europea. Il presidente Berlusconi, in occasione del voto di fiducia nei giorni scorsi, ha sottolineato le diverse articolazioni politiche e parlamentari della maggioranza chiedendo ed ottenendo la fiducia anche del gruppo Futuro e Liberta’. Non e’ quindi accettabile la richiesta di dimissioni del governo dopo un voto di fiducia il cui rilievo politico e’ stato chiaro a tutto il paese. E’ quindi il Parlamento il luogo dove ciscuno deve assumersi le proprie responsabilita’, con scelte chiare davanti agli italiani e non con riti impropri, che soprattutto chi ha ruoli istituzionali non dovrebbe invocare. E’ quella la sede dove decidere se rispettare il mandato degli elettori, rinnovare il patto di legislatura, garantire la stabilita’ di governo basata sulla sovranita’ popolare". Lo hanno dichiarato il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, ed il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.


MELONI: Da Fli un progetto distruttivo


"Il discorso di Perugia rappresenta di certo la sconfitta di chi, come me, ha auspicato e operato fino alla fine perche’ si giungesse a un nuovo accordo tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi con il fine di portare avanti l’azione di governo e rispettare il mandato ricevuto dagli italiani. Oggi mi sento delusa, amareggiata dai contenuti e dai toni usati dal presidente della camera."Lo ha affermato in una nta il ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni, che ha sottolineato:

"Osservo con tristezza l’ennesimo atto di un progetto distruttivo nato all’indomani della vittoria del Pdl alle regionali, quando pensavamo di poterci finalmente dedicare alle grandi riforme di cui necessita il sistema Italia. Solo poche settimane fa il governo ha incassato un voto di fiducia sul programma dei prossimi mesi con l’appoggio e il voto pressoche’ unanimi dei deputati e senatori iscritti ai gruppi di FLI. La recente apertura di Silvio Berlusconi nei confronti di un patto di legislatura andava proprio nella direzione ripetutamente auspicata dal presidente della Camera e dai suoi. Questa disponibilita’ sembra, al contrario, aver creato delle difficolta’ nel gruppo dirigente di FLI e tra i suoi fan piu’ sfegatati: quella sinistra impotente che vede nella lotta interna al centrodestra l’unica via per sbarazzarsi di Berlusconi. Con la richiesta di dimissioni del Governo Fini chiede l’impossibile: l’apertura di una crisi extra parlamentare, che ricorda in modo sinistro i peggiori giochi di palazzo della prima repubblica. Ma molta acqua e’ passata sotto i ponti dagli anni ’80. E a Fli non resta che risolvere in parlamento le proprie contraddizioni. A partire dalla prossima settimana non manchera’ occasione per votare in Aula contro le riforme proposte dal governo secondo le promesse fatte agli italiani. Tocchera’ alla classe dirigente di Futuro e Liberta’ decidere se affondare queste riforme e decretare la fine del governo. Per poi risponderne direttamente davanti ai cittadini. Tutto sommato resto convinta che alla lunga il tempo sia galantuomo, proprio come il popolo italiano".

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