giovedì 1 ottobre 2009

LO STATO EFFICIENTE C'E' E PIACE ALLA GENTE

A L’Aquila Silvio Berlusconi, consegnando agli sfollati altri 400 appartamenti realizzati dal governo a tempo di record, ha detto: "Lo Stato questa volta c’è, questo è lo Stato che ci piace avere".Il premier ha di fatto stabilito un’equazione tra governo che funziona e Stato, un parallelo che in altre situazioni (e sotto altri governi) avrebbe potuto essere tacciato di propaganda.
Eppure tutti l’hanno trovato naturale, anche i rappresentanti di sinistra della provincia e del comune abruzzese.Lo Stato dunque c’è, e si manifesta attraverso il governo che mantiene i suoi impegni verso una popolazione martoriata dal terremoto. "Questa è la nostra etica nella politica, come noi la intendiamo" ha aggiungo Berlusconi. Così come c’è lo Stato quando governo e maggioranza difendono i nostri militari in Afghanistan. O quando mantiene un’altra promessa, quella di far uscire il Paese dalla crisi economica senza lasciare indietro nessuno.Va invece di moda, a sinistra e presso certe èlites che amano sostituirsi sui giornali (e solo lì) all’opinione pubblica, operare una specie di dissociazione: lo Stato è una cosa, il governo tutt’altra. Quasi, anzi, come se il governo fosse una sporta di inciampo per l’interesse pubblico.

È vero esattamente il contrario.
Lo Stato c’è quando interviene tempestivamente sull’economia anteponendo gli interessi generali a quelli di parte. Avessimo dato retta alla sinistra, non avremmo messo i conti pubblici al riparo dagli assalti alla diligenza e adesso anziché la crisi globale affronteremmo anche quella nazionale. Lo Stato c’è quando non si fa interprete di egoismi partigiani e locali. È di oggi la notizia che sindaci del Pd si uniscono ai movimenti no-Tav ricomparsi in Val d’Aosta nel tentativo in extremis di bloccare un’infrastruttura necessaria al Paese e all’Europa. Dove sono i dirigenti nazionali del Partito democratico che vanno a sconfessarli?
Lo Stato, viceversa, non c’è quando sinistra e giornali di riferimento fanno propaganda all’estero contro il loro stesso Paese, confondendo il ruolo di opposizione al governo con quello di opposizione all’Italia. Un fatto che non ha precedenti in nessun’altra parte del mondo. Neppure durante le presidenze Bush e Reagan, le più contestate dalla sinistra americana, abbiamo assistito a raccolte di firme promosse dal New York Times o dal Washington Post contro la Casa Bianca: sarebbe stato non solo impensabile, ma addirittura ridicolo.
Lo Stato non c’è quando una parte del servizio pubblico televisivo si auto-assegna, in base alla lottizzazione politica, il diritto-dovere di mandare in onda trasmissioni dichiaratamente faziose, becere, dove è possibile inventarsi di tutto. Con conduttori che percepiscono a carico dei contribuenti stipendi e contratti milionari, che naturalmente devono essere rinnovati a tamburo battente pena "l’attacco alla libertà di stampa". Berlusconi ha pragmaticamente dichiarato stamani "Lunga vita a Santoro e alla Dandini che portano voti al centrodestra". Certo, poiché la gente non è stupida l’effetto è quello. Ma proviamo a chiederci che cosa accadrebbe se un talk show di centrodestra (che non esiste) decidesse di ambientare una sit com nel bagno di Franceschini o di Di Pietro.
Lo Stato non c’è quando la magistratura è capace solo di denunciare come lesa maestà le critiche che riceve, quasi fosse al di sopra di ogni giudizio. Mentre quella stessa magistratura nella pratica quotidiana non riesce a risolvere i processi di grande e piccola criminalità non garantendo ai cittadini, soprattutto ai più deboli, il diritto alla giustizia. I casi, da Garlasco al Circeo in giù, fino alle cause civili che durano decenni, sono sotto gli occhi di tutti.
Lo Stato non c’è quando l’opposizione finge di scandalizzarsi per uno scudo fiscale che è certo un rimedio estremo, ma che comunque riporta in casa alcune centinaia di miliardi di evasione fiscale lasciati scappare all’estero da governi di sinistra capaci solo di torchiare dipendenti e piccoli professionisti, mentre hanno sempre chiuso gli occhi con le grandi ricchezze e le grandi aziende.
Lo Stato non c’è quando si va continuamente a tirare per la giacca il presidente della Repubblica perché blocchi le leggi di una maggioranza eletta democraticamente, ribaltando così la Costituzione (e poi scendendo in piazza per fingere di difenderla). Cercare di piegare a scopi di parte la più alta carica del Paese è la negazione dello Stato stesso. Il centrodestra non l’ha mai fatto, né dal governo né dall’opposizione; la sinistra lo fa tutti i giorni. Potremmo andare avanti. Il bello è che poi la sinistra accusa gli altri di scarso senso dello Stato; quasi a rivendicare "lo Stato sono io", come Luigi XIV.

PdL











Nessun commento:

Posta un commento