giovedì 22 ottobre 2009

PdL : L'occupazione è un primato europeo

Dal sito del PdL per i FATTI & MISFATTI del giorno, riportiamo l'articolo: L'occupazione é un primato europeo

La tutela del posto di lavoro è stata la linea guida con la quale il governo ha affrontato la crisi economica. Una scelta non casuale, così come non casuali sono i risultati ottenuti. Uno su tutti: il più basso tasso di disoccupazione tra i Grandi Paesi europei. Vale a dire, che in Italia poco più di 7 lavoratori ogni cento cercano un’occupazione senza trovarla; mentre in Europa sono più di nove. Con punte come in Spagna, dove i lavoratori nelle identiche condizioni sono una ventina. Tradotto in percentuali, il tasso di disoccupazione italiano è al 7,5% contro una media Ue del 9,4%.
Il tessuto produttivo nazionale, grazie all’azione del governo, quindi, ha retto meglio alla crisi, rispetto al comportamento degli altri Paesi. Da qui, la previsione di Jean-Claude Trichet, presidente della Banca Centrale europea che l’Italia uscirà prima e meglio da questa congiuntura negativa. Se ciò è (e sarà) possibile, si deve essenzialmente a due fattori: la politica economica del governo, l’alto livello di risparmio degli italiani (e, specularmente, il basso livello di indebitamento delle famiglie). Proprio quest’ultimo elemento ha consentito al Presidente Berlusconi di concentrare gli sforzi maggiori verso le persone e non verso il pianeta della finanza. "nessuno verrà lasciato indietro", ha ripetuto più volte il premier. Un’impostazione che l’Italia è riuscita a far condividere anche al G-8 dell’Aquila, con un documento "people first" che punta ad esportare il modello italiano in tutti i paesi industrializzati e no. Tant’è che ora viene regolarmente citato in tutti i documenti conclusivi di ogni vertice internazionale: dal consiglio europeo al G-20 di Pittsburg.
Questa scelta di mettere le persone al centro dell’azione di governo si è tradotta in una serie di mosse.
La prima: rafforzare da un punto vista finanziario le risorse destinate agli ammortizzatori sociali, obbiettivo raggiunto anche con il coinvolgimento delle Regioni. La seconda: mettere le imprese nelle condizioni di non ridurre il personale, conservandolo in fabbrica anche attraverso soluzioni come il bonus-lavoro; che altro non è trasferire all’azienda il contributo statale della cassa integrazione. La terza: favorire la riconversione ed il rafforzamento produttivo attraverso la detassazione degli investimenti.
Grazie a questi interventi l’Italia può ora affrontare questa coda della crisi economica con quei numeri sulla disoccupazione. E con una spinta propulsiva maggiore rispetto agli ai concorrenti internazionali.

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